Buon compleanno a Zdenek Zeman, maestro del calcio

Foggia- Spegne 72 candeline uno tra gli allenatori più amati e celebrati nel mondo del calcio: Zdenek Zeman. Praghese, arrivato in Italia grazie a suo zio Čestmir, diventerà protagonista assoluto con il “Foggia dei miracoli” nel periodo conosciuto come “Zemanlandia”.
Praga: un bambino curioso si affaccia a una finestra che dà su un campetto da calcio, osserva attentamente i movimenti dei compagni tenendo gli occhi fissi sulla sfera che rimbalza freneticamente sulla breccia. Quel bambino un po’ ribelle, un giorno, sarebbe sceso sul rettangolo verde per dirigere il gioco di numerose squadre, rivoluzionando con le sue idee uno degli sport più amati e seguiti al mondo.
In seguito alla “Primavera di Praga” il giovane Zeman si trasferisce in Italia con suo zio Čestmir Vycpálek, figura di riferimento per lui. La carriera calcistica prende avvio in Sicilia, più precisamente con il Licata, squadra militante in serie C2. È proprio uno scontro diretto con la sua futura squadra, il Foggia, a cambiare le sorti della vita dell’allenatore boemo. Il Licata incassa reti uscendo malamente sconfitto, ma un dettaglio colpisce il presidente del Foggia Pasquale Casillo: nonostante il risultato negativo, i giocatori della squadra siciliana sembrano proporre un gioco dinamico e veloce, fatto di scatti e ripartenze fulminee, dando mostra di una notevole prestazione fisica. È così che “Zemàn” diventa un obiettivo del patron del Foggia, che decide di ingaggiarlo presto con i rossoneri.
Il campionato di C1 targato Zeman parte però non senza difficoltà. Al ritiro estivo si presentano soltanto 7 giocatori, sorvegliati dal vigile sguardo di un coach estremamente professionale a dispetto di qualsiasi precarietà. Ma è quando il Foggia comincia a brillare che l’esperienza zemaniana si interrompe per un periodo, intervallato da un’importante promozione che vede il Foggia risalire in serie B grazie all’operato di Giuseppe Caramanno. Nei desideri dell’imprenditore napoletano, però, non muore la tentazione di riportare l’allenatore praghese nella città del grano, ancora in visibilio per il traguardo raggiunto.
Zeman accetta la proposta sposando l’ambizioso progetto della società. Saranno annate giocate ad alti livelli, anche e soprattutto per merito di una piazza calorosa e avvolgente come quella foggiana, profondamente amata dall’allenatore.
Ci si allena ovunque: nel campetto adiacente alla Chiesa di San Ciro, nel piazzale dello Stadio Pino Zaccheria e sugli storici, temuti gradoni. Si susseguono in un ritmo incalzante ripetute, allunghi e ostacoli, il tutto per preparare al meglio gli incontri domenicali e per regalare uno spettacolo senza eguali.
In campo il Foggia gioca proponendo un modulo 4-3-3 arricchito dalle prestazioni dei singoli, perfettamente sincronizzati . Il pallone scorre veloce tra i piedi dei giocatori che, con tocchi di prima e sponde, incantano i tifosi regalando azioni e reti da cinepresa. La Domenica si trasforma in puro divertimento a prescindere dal risultato, come ribadiva il mister con una delle sue chicche:” il risultato è casuale, la prestazione no.” Sì, perché pur essendo di poche parole, pronunciate al momento giusto, Zdenek Zeman era una persona saggia e consapevole dei propri mezzi. Un sostenitore instancabile di un gioco pulito e formativo, professionalmente e umanamente. È ricordando questo breve periodo della sua carriera, anche un po’ nostro, che vogliamo augurargli un felice compleanno.
A cura di Marilea Poppa