Le Guide di Foggia Reporter: Apricena

Apricena – La porta del Gargano, dove tra paludi e pinete si ammirano in lontananza gli orizzonti paradisiaci del Mare Adriatico.
Cave, fossili e monumenti calcarei la rendono autentica: città della roccia per eccellenza, il primo polo industriale in tutto il Mezzogiorno e il terzo centro in tutta Italia per la produzione di marmo.
Aggirandosi nell’agro, infatti, si noterà una natura calcarea, tipica del Gargano, la quale offre una pietra inconfondibile tanto per le forme quanto per i colori.

Il marmo di Apricena è molto versatile, è un materiale molto apprezzato nel commercio edilizio grazie alle neutre sfumature cromatiche, dal beige all’avorio, e alla malleabilità della pietra, ricca di argilla, manganese, alluminio e ferro.
L’ideale per il rivestimento di pavimenti e zoccolature in bronzetto. L’eleganza delle sfumature si rispecchiano nello stile d’arredo e nell’estro ornamentale di molte case italiane, soprattutto in quelle foggiane. Si pensi che la pietra di Apricena sia stata anche investita nella realizzazione della maestosa Reggia di Caserta!

La presenza delle cave è così diffusa in tutta Apricena tanto da trasformarsi anche come luogo di ritrovo dei cittadini: spettacoli teatrali, cantine, festival musicali e processioni religiose vedono le cave come location ideale in cui dare una giusta interpretazione alle esibizioni, come spesso accade in Cava Pizzicoli.
Si può dire, dunque, che a questo territorio la roccia dona una bellezza bivalente: dal marmo è possibile ricavare una ricostruzione storica delle origini di Apricena.
Rocca di Castel Pagano, ad esempio, collocandosi su una propaggine del massiccio del Gargano, ha riportato importanti testimonianze del Paleolitico. In particolare, Pirro Nord è il sito in cui sono stati ritrovati rari manufatti litici risalenti a 1.500.000 anni fa.

Il Monastero di San Giovanni in Piano e Santa Maria di Selva, invece, sono un’ulteriore testimonianza dell’importanza della pietra calcarea nel corso della storia. Probabilmente, la ricchezza marmorea di questa terra fece sì che Federico II scegliesse Apricena come una delle basi in cui accogliere una delle sue domus solaciorum, la domus praecina, di cui purtroppo non ve ne pervengono molte tracce per vari rimaneggiamenti dovuti al frazionamento della proprietà.

Nonostante ciò, il palazzo ha mantenuto l’autenticità della pietra calcarea, distinguendo il monumento nei secoli al cospetto di altre autentiche testimonianze.
Ad esempio Torre dell’Orologio, porta dell’antico castello svevo, o il Torriolo e la Croce di piazza dei Mille quanto per il Convento e le chiese dei santi Martino e Lucia, sono forgiati in pietra locale e donano una carattere davvero autentico a tutto il percorso storico-culturale del centro storico di Apricena.
Fonte: Pitta, N., “Apricena: appunti di storia paesana”, G. Guzzetti edizioni, 1931.
Milone Goffredo, M.L., “Una famiglia di Apricena”, Gruppo Albatros Il Filo, 2019.