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"Al Discobolo": la storia della musica a Foggia

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Foggia – Foggia, come ben sappiamo, è una città strettamente legata alla musica. Patria di talenti musicali quali Umberto Giordano, Nicola Ugo Stame e Renzo Arbore (per citarne alcuni), ha fatto di quest’arte una componente decisiva del proprio bagaglio culturale. Negli anni la musica si è fatta spazio, entrando nella vita di ognuno di noi come imprescindibile abitudine. Nella nostra città, lungo una delle strade principali, Corso Giannone, esiste un’attività che da anni ha a che fare con la musica, stiamo parlando di “Al Discobolo“.

Un’attività storica che come simbolo identificativo presenta un’iconica scultura classica: un possente atleta in procinto di scagliare un disco. Non esattamente lo strumento lentiforme da lanciare il più lontano possibile, ma quello in vinile che produce una sinfonia una volta adagiato su un giradischi. Un simpatico riadattamento dell’opera “Il discobolo” di Mirone che ha dato il nome a quello che oggi definiremmo un tempio della musica in miniatura.

logo discobolo

“Al Discobolo” nasce nel lontano 1957 per volere della famiglia Alloggio, che ha contribuito ad arricchire la storia dell’attività. Dal gennaio 2017 la proprietà è passata alla famiglia Del Prete che, nel segno del rispetto storico e della rinascita del vinile, oggi si occupa a pieni termini dell’attività garantendo l’efficienza del solo punto vendita in cui è la musica a fare da assoluta protagonista. Ritorno al vinile suona bene con ritorno al passato, la riscoperta di una tendenza, di un modo di ascoltare musica proprio delle generazioni passate, o per meglio dire, di un passato che ricordiamo nostalgicamente. “Tutto ebbe inizio negli Stati uniti”, ci racconta la titolare del negozio, Ilaria, che ci spiega come il giradischi sia tornato in auge nel nostro paese in concomitanza con l’anno del passaggio di proprietà dell’attività e di come quest’ultimo abbia segnato il successo di questa nuova esperienza.

Inizialmente i dubbi sull’esito dell’investimento non hanno tardato a manifestarsi: nessuno immaginava che la musica fosse capace di attirare l’attenzione di un così alto numero di seguaci, così come risultava difficile immaginare che vi fosse ancora qualcuno disposto ad acquistare “fisicamente” la musica. Nell’era digitale, la possibilità di scaricare gratuitamente contenuti musicali sul web ha contribuito a far crescere lo scetticismo nei confronti di attività simili, luoghi in cui la musica non è astratta o “liquida”, come viene definita, ma tangibile.

Ci sono ancora ascoltatori che amano poggiare il microsolco sul piatto, osservando la puntina muoversi freneticamente sul disco e riprodurre un album dalla prima all’ultima nota. Un universo parallelo quello della musica, che ha permesso ad Ilaria e alla sua famiglia di entrare in contatto con una realtà sconosciuta e al contempo affascinante. Al centro dell’attenzione il cliente, con le sue preferenze e le sue richieste, pronte ad essere esaudite dalla disponibilità di chi, grazie alla musica, ha scoperto molto più che un business. Il negozio è diventato un punto di incontro e di confronto tra acquirenti, che di volta in volta si scambiano pareri musicali riguardo la performance di un artista o l’ultimo album in uscita. Impossibile non tracciare un sondaggio tra la clientela: numerosi sono i giovani che si sono riavvicinati al mondo del cantautorato italiano, così come alle storiche band che hanno cambiato la storia della cultura musicale.

Si pensi ai Queen di Freddy Mercury o ai Pink Floyd di David Gilmour, evergreen intramontabili che non smettono di far parlare di sé e, soprattutto, di far cantare a squarciagola gli amanti della buona musica. L’obiettivo (a lungo termine) è quello di fare del “discobolo” un punto di riferimento e di aggregazione, una “biblioteca musicale”, un luogo di cultura accessibile a tutti e dove poter vivere l’esperienza dell’ascolto nel suo insieme. E’ per questo che sono stati organizzati incontri con gli artisti e presentazioni in grado di accogliere e raccogliere ampi consensi.

A conferma di come la musica non si limiti ad essere una forma di intrattenimento o una semplice passione, bensì di come essa rispecchi l’ideale di una cultura ben delineata, di un dinamico strumento adattabile alle caratteristiche di ognuno. La versatilità di quest’arte avvicina personalità tra le più disparate ed è forse proprio questo l’aspetto che rende la musica un brillante medium sociale, un crocevia di culture e stili di vita, una terapia senza prescrizione e priva di effetti collaterali.

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