Salvare l’agricoltura è un gioco: l’intervista a Gennaro Divittorio di YouZap

Lo Startup Weekend Foggia, svoltosi qualche settimana fa, ci ha consegnato due cose. Da un lato, un pugno di idee innovative, coraggiose, a tratti brillanti. Dall’altro, l’immagine di una generazione che non si arrende, ed affida alle nuove tecnologie la possibilità di un riscatto dalle difficoltà dell’economia attuale e a quelle ormai storiche di una terra, la Capitanata, ricca di opportunità ma non sempre generosa con i suoi figli.
La competizione delle idee, per la prima volta a Foggia, è stata ospitata nella Cittadella dell’Economia, da una Camera di Commercio desiderosa di presentarsi come incubatrice di talenti. Il risultato è stato eccellente sotto il profilo dell’organizzazione e della partecipazione: quasi cento iscritti, numero niente male per una provincia che non brilla per innovazione.
A trionfare è stato YouZap, progetto di Gennaro Divittorio, web developer barlettano, che ha guidato alla vittoria un team composto da Comingio Rossi, Consiglia Ippolito, Giuseppe Montrone, Claudia Carella e Lucia Cataleta. L’idea è semplice e viene incontro ad una categoria che da sempre provvede alla ricchezza della nostra regione: gli agricoltori. YouZap è una piattaforma in cui i contadini potranno “raccontare” tramite video i propri prodotti, eliminando così ogni intermediazione e rivolgendosi direttamente ai consumatori, sempre più attenti alla provenienza di ciò che finisce in tavola.
Una bella sfida, che, dopo la presenza all’Open Summit delle Startup Italiane a Milano e al Festival delle Nuove Economie di Cerignola, ha ottenuto un’altra consacrazione: la partecipazione a Shark Tank, il reality show di Italia 1 dedicato alle startup.
Ma come nasce YouZap? Quali sono le criticità incontrate finora e quale il futuro del progetto? Ne abbiamo parlato con Gennaro Divittorio.
YouZap è nata durante lo Startup Weekend di Foggia. Io ero presente alla prima giornata, ricordo la tua presentazione. E ricordo che, all’inizio, YouZap era un progetto assai diverso da quello che ha vinto…
Le cose sono andate così. Il primo giorno, venerdì, mezz’ora prima di iniziare, elaborai l’idea alla base di YouZap a partire da un’esigenza: avvicinare il piccolo produttore agricolo al consumatore attraverso un meccanismo di gioco stile Farmville. Il mio obiettivo era quello di far “giocare” gli utenti-consumatori con i piccoli produttori, in modo tale che il denaro che l’utente spende abitualmente nei giochi per avere dei benefit virtuali si trasformasse in un prodotto reale e in un aiuto per i produttori, oggi in affanno. Sono figlio di contadini e so qual è la situazione del settore. In questa prima fase, il progetto si chiamava Real Farmville.
Da quest’idea iniziale, il progetto si è evoluto. Ricordiamo che Startup Weekend Foggia prevedeva la costituzione di team, la presenza di coach e facilitatori. Cos’è successo a Real Farmville, e come si è trasformato in YouZap?
Superata la fase delle eliminatorie, quando mi sono trovato a discutere con il mio team, ci siamo resi conto che la strada che avevamo intrapreso era sbagliata. Quali erano i problemi emersi? Incrociando le statistiche, ci siamo resi conto che il giocatore medio non è interessato ad avere prodotti. Altro problema riscontrato riguardava i tempi: il giocatore che paga un benefit lo fa per accelerare il gioco, invece la produzione ha dei tempi reali, che non possono essere accorciati (se pianto una carota, devo darle il tempo di crescere). Per questo, dopo l’incontro con i coach, abbiamo ripensato completamente l’idea. Ci siamo chiesti: cosa può spingere un consumatore ad acquistare da un contadino? Risposta: la certezza della bontà e della genuinità dei prodotti. I consumatori oggi vogliono sapere la storia e la provenienza di ciò che portano in tavola. E dunque abbiamo pensato al “videotelling”, il racconto tramite video, anche sulla scorta del caso di un agricoltore foggiano, Enzo Smacchia, che grazie alla pubblicazione di video sui social ha visto schizzare le sue vendite. La domenica mattina, l’ultimo giorno di Startup Weekend Foggia, ha preso dunque forma YouZap: una piattaforma in cui i contadini possono postare video che raccontino la storia e la “vita” dei loro prodotti, avvicinandosi così ai consumatori.
Qual è l’ecosistema in cui si trova ad operare un giovane startupper italiano? E cosa ne pensi di un’iniziativa come Startup Weekend Foggia?
In Italia c’è un gran proliferare di incubatori e acceleratori d’impresa, ma quello che mancano sono i finanziamenti. Ti faccio un esempio. Se il tuo progetto ottiene 80mila euro, stai pur tranquillo che 60mila sono in servizi. I quali, ovviamente, non vanno denigrati: soprattutto quando sei all’inizio possono essere molto utili. Occorrerebbero, tuttavia, più investimenti. Per quanto riguarda Startup Weekend Foggia, ben vengano iniziative del genere. Nonostante fosse la prima volta nel capoluogo dauno, l’organizzazione è stata semplicemente impeccabile (lo dico dopo aver partecipato allo Startup Weekend Bari, giunto già alla quarta edizione). Coach e facilitatori, poi, ci hanno messo il cuore, Giuseppe Savino in particolare [titolare di un progetto quasi omonimo, VaZapp’, n.d.r.].
Come te lo immagini il futuro di YouZap? In Italia o all’estero?
Da un certo punto di vista, per un progetto come YouZap l’Italia è il posto migliore: c’è grande ricchezza di prodotti agricoli e le condizioni in cui versano i produttori agricoli rendono necessarie idee come YouZap. Se consideriamo, invece, l’ecosistema e la burocrazia, è il posto peggiore. Io comunque sono fiducioso e il clima positivo che si respira intorno al progetto mi fa credere che riusciremo ad andare avanti.
Come dire? Se son rose – pardon, carote… – cresceranno.