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Università tradizionale e atenei digitali, analogie e differenze: cosa sapere

Il percorso universitario è estremamente soggettivo, pur essendo il medesimo per quanto riguarda esami e laurea finale, varia moltissimo il modo in cui viene vissuto da persona e persona. In un mondo fortemente digitalizzato come quello odierno è lecito interrogarsi sulla differenza tra le università in senso tradizionale e gli atenei digitali, non più considerati una chimera ma una concreta opportunità di scelta. Il primo aspetto da specificare riguarda un tratto in comune tra i vari corsi di laurea telematici e quelli presenti nei principali atenei: il certificato di laurea rilasciato è equivalente, non esiste un’università più importante ed una di serie B ma vengono considerate corrispondenti secondo la legge. Questa rappresenta probabilmente l’unico aspetto comune tra due modi di insegnare diametralmente opposti.

La differenza probabilmente più rilevante tra università tradizionali e quelle online riguarda la modalità di erogazione delle lezioni. L’ateneo in senso classico prevede le lezioni in presenza all’interno di aule o laboratori, dove si ritrova un’interazione diretta con i compagni di corso e soprattutto con il docente. Tuttavia, va specificato come questa sia minore nei casi in cui il professore si ritrovi a spiegare ad una platea composta da un centinaio di allievi. È evidente, invece, come nei corsi con minor frequenza il contatto diretto con il docente può essere più presente. Le università telematiche strutturano la loro offerta formativa sulla base di videoconferenze, piattaforme di e-learning e forum in cui discutere. Le aule sono virtuali e manca il contatto diretto con il docente, che può avvenire solo mediante videocall o eventuale corrispondenza di email.

Un aspetto ulteriore che merita di essere approfondito riguarda i costi. L’università tradizionale italiana prevede una tassa di iscrizione e successivamente una seconda rata commisurata al proprio ISEE. A questo, tuttavia, vanno aggiunte una serie di spese che solo all’apparenza possono dirsi accessorie: prima di tutto il costo del materiale per studiare, dai libri di testo alla cancelleria. In seguito, eventuali abbonamenti al trasporto pubblico per arrivare in sede. La cifra cresce esponenzialmente se è necessario affittare anche l’alloggio: in Italia c’è un problema endemico relativo agli alloggi universitari e i prezzi delle case schizzano alle stelle nel caso dei grandi centri universitari. Si sono riscontrati aumenti a doppia cifra per città come Bologna e Palermo, rispettivamente +22% e +17% per l’affitto di un bilocale.

Infine, è necessario tenere in considerazione l’aspetto legato alla flessibilità. Nel caso in cui si sia abili nella programmazione e nella strutturazione di un proprio piano di studi, l’estrema libertà che offre l’università telematica ha pochi eguali. Le lezioni online possono essere liberamente consultate e la sessione d’esami non è così limitata come nel caso di un ateneo tradizionale. Questo può essere un aspetto positivo soprattutto nel caso lo studio non sia l’unica attività portata avanti. Nel caso si sia già intrapreso un percorso lavorativo, ad esempio, l’estrema flessibilità non può che essere un plus. Per contro, questo può essere un lato negativo nel caso in cui lo studente abbia bisogno di essere spronato attraverso tempistiche più nette e già delineate.

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