Il turismo rurale a scuola: una "vacanza" che dura tutto l'anno

Tutti all’aria aperta con il turismo rurale, soprattutto i bambini per una vacanza che dura quasi tutto l’anno.
Turismo slow o turismo rurale, chiamatelo come vi pare… sta di fatto che le attività integrate alla natura e alla sfera rurale sono in continua richiesta, soprattutto dall’ istituzione scolastica in quanto sinonimo di sostenibilità ambientale, salute e qualità della vita. Le aree rurali caratterizzano l’ambiente e il paesaggio come una risorsa da non sottovalutare, considerando anche chi gli abitanti delle città amano la campagna. Allora, perché non approfittarne in qualsiasi momento dell’anno?

L’artigianato locale, il commercio rurale e la produzione agroalimentare contrassegnano un cambiamento degli stili di vita, che si riscoprono nell’identità locale e nella valorizzazione e tutela delle risorse culturali e paesaggistiche.
E il turista che sposa il concetto di “vacanza” all’aperto è proprio la scuola, che attraverso la sua istituzione accerta, fa apprendere e condivide con i gli adulti del futuro gli usi, i costumi di un luogo… tanto meglio se vicino casa propria!
Non si tratta di gite fuori porta assestanti e passive, ma di occasioni di sport all’aperto in cui accrescere lo sviluppo cognitivo e il benessere psicosomatico di bambini e ragazzi avvezzi ad ingurgitare cibi industriali davanti a telefonini e videogiochi 365 giorni l’anno.
Le motivazioni del turismo rurale incluso nella scuola generano benefici ambientali, sociali e culturali: i bambini sono gli interpreti perfetti per il turismo rurale, che si oppone al turismo di massa ma non esclude attività artistico-culturali.

In generale, la promozione dello sviluppo della ruralità sta costituendo una delle acquisizioni più recenti ed efficaci nella politica comunitaria proprio perché attraverso questo approccio si integrano i problemi socioeconomici relativi ai legami tra ambiente ed operatori (agricoltori, guide, insegnanti, operatori culturali, ecc..).
Si allargano così i confini di operazione, dove a cooperare sono diversi profili professionali che fino a qualche tempo si consideravano ben lontane e fuori luogo dal contesto. Una sperimentazione teorica progettata negli anni ’80 del ‘900 ed avviata nel 1991 con l’approccio L.E.A.D.E.R. dell’UE: una politica bottom up che integra le reti locali tramite GAL e Pro Loco e che continua ad essere in piena espansione +70% al 2020.

E la Puglia ne rientra grazie alle sue belle ricchezze, adeguandosi ai tempi e alle normative di “strumentazione” rurale: case coloniche, trulli, mulini e masserie sono stati trasformati in strutture ricettive con tanto di attività produttiva. La soluzione migliore per accogliere chi vuole conoscere direttamente il territorio, a partire da chi vi ci è nato.
Lontano o vicino dal mare, la Puglia dispone di ambienti ed aree rurali che gli adulti amano riscoprire vuoi per la pace e la tranquillità vuoi per il ricordo di una fanciullezza leggera e spensierata da far vivere e scoprire anche ai propri bambini, che un domani saranno i tutori di questo immenso patrimonio rurale che la Natura per ora ci dona… domani chissa! Meglio salvaguardarlo.
Fonte: Report Rete Rurale Nazionale 2014-2020, “Leader e turismo rurale”, Giugno 2017.
Photo Credit immagine di copertina: nostro figlio.it