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Santa Maria di Siponto, la Madonna Nera: storia di una venerazione millenaria

Da tradizione la Festa Patronale in onore di Santa Maria di Siponto si svolge nei giorni 29, 30 e 31 agosto. Giorni di grande festa e preghiera in onore della santa patrona di Manfredonia.

Dal 1973 l’icona della Vergine di Siponto è custodita in una cappella laterale della chiesa cattedrale di Manfredonia. L’icona venne dipinta da un pittore anonimo a Costantinopoli, nel lontano V secolo e, secondo diverse ipotesi, venne esposta in una delle chiese più importanti della città.

In seguito giunse a Siponto, per mano di Lorenzo Maiorano, futuro vescovo della città le cui reliquie fuono depositate sotto l’altare maggiore della basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto.

L’immagine della Madonna di Siponto, su legno di cedro, è quella tipica delle icone ispirate alla tradizione orientale. Intorno a questa icona circolano moltissime leggende; per secoli, circolò la leggenda che l’immagine della Vergine fosse stata dipinta da S. Luca.

La Madonna di Siponto è anche conosciuta come la Madonna Nera. Il 30 agosto 1872 l’icona della Vergine con il Bambino rimase danneggiata da un incendio sviluppatosi in cattedrale a causa dei ceri devozionali accesi nel periodo della festa patronale, incendio e ridusse in cenere la parte inferiore del quadro.

L’icona venne restaurata una prima volta solo nel 1896. Il secondo restauro avvenne nel 1927 dal laboratorio di restauri della Città del Vaticano.

Il 28 agosto 1955 il patriarca di Venezia Angelo Giuseppe Roncalli (futuro papa Giovanni XXIII), delegato di Papa Pio XII, incoronò la Madonna e il Bambin Gesù in una cerimonia a cui parteciparono 20.000 persone in Piazza Duomo.

Nella Cattedrale di Manfredonia non è l’unica presenza di Vergine Nera: è presente, infatti, una statua lignea di Madonna con Bambino. E’ chiamata “La Sipontina”, perchè anch’essa proviene dall’antica cattedrale di Siponto.

Questa statua è molto enigmatica e curiosa: ciò che colpisce immediatamente sono gli occhi grandi spalancati e l’espressione attonita.

Secondo un’antica tradizione, in un tempo imprecisato, si sarebbe consumato uno stupro ai piedi della statua. Tale episodio avrebbe avuto come protagonista una giovinetta del posto e il nipote del vescovo dell’epoca.

Dopo questa orribile visione la Madonna si sarebbe trasfigurata e i suoi occhi, un tempo dolci e sereni, diventarono di giorno in giorno sempre più grandi, fino a raggiungere quelli che vediamo ora.

Redazione

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