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Riaperto il CCR ad Ordona: discarica abusiva di rifiuti urbani e speciali

Ordona Nel precedente articolo riguardante i rifiuti abbandonati in agro Ordona, abbiamo parlato della situazione di degrado in cui si trova il tratturo situato all’incrocio tra la Strada Comunale Ascoli Satriano-Ordona e “Via Contrada Ponterotto”, posto nelle dirette vicinanze del centro abitato.

Nella medesima zona e precisamente in “Via Contrada Ponterotto”, è ubicato, tra l’altro, il Centro Comunale di Raccolta Rifiuti (CCR), che dal 16 settembre 2019 è ritornato ufficialmente attivo all’utenza e che, per l’appunto, si colloca poco distante dal tratturo di cui accennato poc’anzi.

Nonostante la riapertura del CCR, proprio qui il problema, che può tecnicamente definirsi “abbandono non autorizzato” ed illecito di rifiuti, sembra non risparmiarsi affatto.

Il Centro Comunale di Raccolta Rifiuti di Ordona, più comunemente detta Isola ecologica, come tutti i CCR è un luogo che offre a tutti i cittadini residenti o domiciliati, detentori di utenze domestiche o utenze commerciali ubicate in territorio comunale un servizio gratuito che è volto al mantenimento del decoro urbano ed extraurbano.

Tuttavia soprattutto qui, cumuli di rifiuti urbani e speciali vengono sistematicamente accatastati sul suolo, come alcuni cittadini residenti ci hanno raccontato e segnalato.

Il CCR dovrebbe essere un’area attrezzata preposta alla differenziazione specialmente di rifiuti di difficile gestione, non facilmente conferibili, dunque, da parte dell’utenza cittadina, ma ad esso trasferibili e depositabili al fine appunto di riciclaggio.
Prima di essere portati al Centro Comunale di Raccolta, i rifiuti devono essere preventivamente selezionati e distinti a cura dell’utente.

Nel precedente articolo riguardante i rifiuti abbandonati sempre in agro Ordona, abbiamo ricordato ed esposto la sostanziale differenza che intercorre tra rifiuti urbani e rifiuti speciali. Non è detto però che i rifiuti urbani non siano pericolosi e che, viceversa, i rifiuti speciali lo siano.

Entrambe le classificazioni di rifiuti urbani e speciali, infatti, sono a loro volta classificabili in due ulteriori sottocategorie: rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi.
Tutti i rifiuti vengono classificati in rifiuti urbani e rifiuti speciali secondo l’origine e distinti in rifiuti pericolosi e non pericolosi secondo le loro caratteristiche.

Un’esempio di questo, ci viene dato dal vetro, che tra tutti i rifiuti è quello che più si presta ad essere riciclato. Il vetro, infatti, non è pericoloso o inquinante, in quanto “chimicamente inerte”, se abbandonato, tuttavia, una bottiglia di questo materiale si decompone solo dopo 4.000 anni.

Il vetro è definito come materiale “pulito”, ecologico per eccellenza, perchè non è prodotto con sostanze inquinanti e riciclabile al 100%, che quindi può (ma soprattutto deve) essere normalmente gettato ed inglobato nella comune raccolta differenziata del vetro.

La stessa cosa però non vale per la lastra di vetro, vetrocamera (o vetro doppio): materiale catalogato, infatti, come diverso dal comunissimo vetro e che pertanto richiede più complessi processi di smaltimento.

Il materiale in vetrocamera o lastra, deve, necessariamente, essere deposto nei preposti Centri di Raccolta Rifiuti (CCR), che dovrebbero provvedere ad uno smaltimento idoneo.
In conclusione, un unico approccio metodologico di smaltimento non è valido per tutte le circostanze e tipologie di rifiuto.

La classificazione dei rifiuti, in tema di rifiuti e inquinamento, classifica come rifiuti urbani non pericolosi, ad esempio, tutti quei rifiuti domestici e non, che hanno una consistente presenza di frazioni combustibili con elevato potere calorifico; il che, infatti, può orientare verso l’incenerimento con recupero energetico di calore, attraverso il processo di termovalorizzazione.

I rifiuti urbani pericolosi (RUP), invece, inglobano tutta quella serie di rifiuti che, pur avendo un’origine civile, contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze pericolose e che quindi devono essere gestiti diversamente dal flusso dei rifiuti urbani “normali”.
Tra i RUP, i principali sono i medicinali scaduti e le pile esauste (stilo o a bottone), ma anche barattoli di colore, vernici, colle, solventi.

Pertanto, questi rifiuti vanno conferiti presso il Centro di Raccolta, che ad Ordona si è riusciti a riaprire grazie allo sforzo della corrente amministrazione comunale, rivolto ad ottimizzare la raccolta differenziata e al contempo ad evitare il più possibile il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti per strada.

Gli orari di apertura della struttura, che a breve sarà dotato di un sistema di videosorveglianza, a seguito dell’ennesimo furto di telecamera installata sul posto, vanno dal Lunedì al Sabato, dalle ore 12:00 alle ore 17:00.

Ciononostante, l’abbandono rifiuti, in agro di Ordona, continua indisturbato, il che giustifica l’aumento della TARI nella misura di circa 16 euro a quintale, di cui i cittadini ora lamentano.
L’amministrazione si è dichiarata disponibile a far pervenire presto tutti i chiarimenti dettagliati e necessari che riguardano l’aumento della tassa sui rifiuti, grazie al lavoro dei dipendenti comunali in sinergia con i dirigenti SIA.

La situazione, dunque, che coinvolge il Centro Comunale di Raccolta Rifiuti ordonese, attualmente gestito e coordinato dalla società di igiene ambientale SIA, le cui difficoltà hanno messo in ginocchio un territorio intero, sembra aver trovato una risoluzione, ma una moltitudine aberrante ed indiscriminata di rifiuti continua a giacere, incivilmente, accanto ad esso, o accatastati in altre zone rurali del paese, nonostante la sua avvenuta riapertura datata ormai a più di un mese.

Articolo e foto a cura di Noemi Di Leva

Redazione

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