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Ordona, Contrada Ponterotto: "abbandono non autorizzato" e illecito di rifiuti

Ordona – Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti negli ultimi anni, in Capitanata, è in aumento esponenziale e concerne in modo indiscriminato rifiuti di qualsiasi genere e natura che vengono rilasciati in ambienti urbani o rurali.

Tale fenomeno di abbandono sconsiderato di rifiuti si riscontra praticamente all’ordine del giorno solo nel territorio dauno, ed, in questo caso, in agro di Ordona, dove troppo spesso i rifiuti vengono gettati impropriamente e lasciati sulla banchina o nella cunetta delle strade o stradine di campagna da parte di ignoti. Talune volte il fenomeno arriva ad interessare anche i terreni dedicati alla coltivazione, suscitando pertanto il disappunto e la riprovazione dei cittadini e abitanti delle zone interessate.

Nelle vicinanze della collina posta a sud-ovest della cittadina di Ordona, dove anticamente sorgeva il castello federiciano, infatti, il fenomeno di abbandono rifiuti sta prendendo largamente piede.

Non sono però mancate le repentine segnalazioni dei cittadini, effettuate anche attraverso la diffusione “social” delle fotografie riguardanti il caso, in agro di Ordona. 

In questa situazione fanno capo gli inesistenti interventi della Polizia Municipale,nonostante le molteplici segnalazioni. Ma soprattutto, del problema sono stati avvisati i Carabinieri Forestali (1515), che, tuttavia, non sono ancora intervenuti sul posto.

 Il fenomeno difatti interesserebbe tutta la zona circostante la collina, compreso il piazzale antistante la stazione del paese, in cui è collocata la fermata dei pullman: anche qui i rifiuti vengono spropositatamente accatastati e, tuttavia, sarebbero del tutto assenti i cestini urbani.

Ma procediamo per gradi. Il tratturo in questione, situato all’incrocio tra la Strada Comunale Ascoli-Satriano-Ordona e “Via Contrada Ponterotto”, come prosecuzione di quest’ultima, è stato ripetute volte segnalato dai cittadini come area particolarmente interessata dal fenomeno di abbandono di rifiuti urbani ed anche speciali, come si può vedere dalle fotografie.

La situazione in cui attualmente vertono, insidiosamente, le zone limitrofe per lo più rurali del paese, troppo lontane e nascoste da occhi guardinghi, è pertanto drammatica e possiamo affermare con certezza che il problema sussiste ed è incontrollato.

Questi rifiuti, sedimentatisi nel corso del tempo, non sono però sempre subito visibili, se non ad un occhio attento. Essi, infatti, sono spesso coperti dalla vegetazione, che non può far altro che inglobarli nocivamente nel proprio ciclo riproduttivo e produttivo, con conseguenze di gran lunga ben poco auspicabili.

Secondo l’art. 184 del D.Lgs 52/2006 tutti i rifiuti prodotti dall’uomo sono distinguibili nelle due macro categorie: rifiuti urbani e rifiuti speciali

La differenza sostanziale tra i due tipi di rifiuto non dipende assolutamente dalle caratteristiche fisiche o chimiche, bensì dalla loro provenienza, cioè se da un’abitazione o, altresì, da uno stabilimento produttivo.

Sempre nel tratturo terminale di “Via Contrada Ponterotto”, posto all’incrocio, con la Strada Comunale Ascoli Satriano-Ordona, tra tutti i rifiuti presenti si notano, soprattutto, rifiuti prodotti dalle attività di demolizione e/o costruzione e tutta quella serie rifiuti che possono derivare da attività di scavo, che, quanto disposto dall’articolo 184 bis, sono classificati come rifiuti speciali.

Infatti, secondo l’art. 184, comma 3 del D.Lgs 152/2006, si annoverano tra i rifiuti speciali tutti quanti quei rifiuti che derivano da attività di lavorazione industriale, attività commerciali, dalle attività di demolizione, costruzione, agricole e agro-industriali, ecc.

Il territorio richiede un’urgente e meticolosa Valutazione del Rischio Ambientale (VRA), accompagnata da un’ individuazione delle sostanze chimiche pericolose presenti.

Sparsi qua e là, tra i rifiuti vari, infatti, notiamo anche la presenza di contenitori arruginiti dal tempo di prodotti chimici sversati nel terreno, su cui vi è apportato il classico simbolo di forma triangolare di rischio specifico, simbolo mirato ad indicare la presenza di “pericolo” e la specificazione della tipologia di rischio, in virtù delle sostanze in esso contenute e dunque classificate come pericolose per l’ambiente e per l’uomo.

Il diluente nitro antinebbia extra è un prodotto chimico che può essere utilizzato in maniera ambivalente: per diluire o per “pulire”.

Viene solitamente impiegato per la diluizione di vernici a base nitro, di fondi e finiture lucide e opache alla nitro, nitrosintetiche e sintetiche a rapida essiccazione, per esaltare le caratteristiche della vernice, come la morbidezza e la brillantezza. 

Oppure impiegato puro per una completa pulizia di superfici, pennelli e aerografi sporchi di pitture.

Permettono di ottenere buoni risultati per rendimento, finitura ed applicazione, e godono anche di un ottimo potere antinebbia. Questo tipo di diluenti sono composti con solventi organici puri senza utilizzo di clorurati, tuttavia questi solventi da verniciatura sono caratterizzati da elevate emissioni inquinanti, che hanno un impatto sulla qualità dell’aria. Una valutazione di rischio ambientale risulterebbe utile allo scopo di valutare le concentrazioni rilasciate nel territorio di composti organici volatili, aldeidi e ozono che questi solventi nella fattispecie contengono.

Tutto ciò è molto triste, considerato il prestigio territoriale di cui vanta Ordona solo in quanto ad area archeologica, scoperta nel lontano 1962 e non a caso soprannominata la “Pompei di Puglia”.

Tuttavia, non è corretto ricorrere a paragoni per poter riuscire a dare una più esaustiva percezione dei dati storici a coloro che non conoscono, solo per necessità di comprensione, soprattutto perchè data la sua vastità e rilevanza storica, non ne avrebbe bisogno: ogni cosa andrebbe chiamata con il proprio nome e la nostra Pompei si chiama Herdonia.

Adesso però non è più come negli anni 60′ dove a spuntare dal terreno vi erano reperti di ogni tipologia e forma, ceramica lavorata anticamente dai nostri predecessori dauni, bensì rifiuti di ogni tipo e forma, scarti urbani e industriali, residui in plastica di rifiuti abbandonati, bruciati e fusi, diventati ormai un tutt’uno con il terreno, a causa dei roghi per le stoppie appiccati dell’uscente estate, a cui vanno a sommarsi quelli appiccati nelle estati precedenti.


Bruciare la plastica e i rifiuti in genere comporta la produzione di inquinanti altamente tossici come la diossina, o per meglio dire, le diossine: si tratta di contaminanti ambientali altamente persistenti.

Se la diossina si dilava nel terreno si lega al materiale organico ivi presente, causando un’ampia gamma di effetti tra cui tossicità a carico del sistema immunitario, riducendo e danneggiando i linfociti anche a dosi molto limitate, tumori del fegato, della pelle e possibilità di assumere il ruolo di perturbatore ormonale, inficiando sull’equilibrio biochimico dinamico interno al nostro organismo e della regolazione dei processi riproduttivi e di sviluppo.

La nostra terra sta diventando un vero e proprio terreno cancerizzato, cui fa capo l’illegalità assoluta e il tutto sotto ai nostri occhi, un corpo quasi morto che convive con il suo cancro e aspetta solo una “cura” nuova ed efficace, che, ovviamente, non passa solo da un’ispezione approfondita dell’ambiente e conseguente bonifica.

In primis però vi è la prevenzione, che come sempre deve concretizzarsi nella quotidianità: è un risultato che possiamo ottenere differenziando i rifiuti con accuratezza ogni giorno.

Entrato in vigore a partire dal 21/10/2019, il nuovo calendario della raccolta differenziata porta a porta ad Ordona, consegnato insieme ai nuovi mastelli.

La produzione di nuovi oggetti in materiale riciclato, con grande risparmio di materie prime ed energia è il premio che riceviamo per il nostro impegno quotidiano nella raccolta differenziata.

Anche se cresce il riciclo, a crescere è anche l’abbandono di rifiuti, riversati nelle nostre campagne senza alcun criterio. 

Rifiuti sparsi, a ridosso di coltivazioni o ben visibili nei tratturi, nella fattispecie di, non poche, vere e proprie discariche abusive, i cui cumuli accrescono di stagione in stagione. Questo purtroppo non è solo un problema di Ordona, di cui vi alleghiamo le foto, ma di tutta la Capitanata.

Allertiamo pertanto all’attenzione e al rispetto delle civili norme sullo smaltimento dei rifiuti.

Abbandonare i rifiuti è un reato, previsto dal codice dell’ambiente (Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152), fa aumentare il costo dei servizi (caro-rifiuti) e deturpa il nostro paese.

Articolo e foto a cura di Noemi Di Leva






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