Revoca cittadinanza a Mussolini: è scontro tra i consiglieri comunali di Foggia Angiola e De Sabato

FOGGIA – Mussolini continua a far discutere. Questa volta la discussione ruota intorno alla decisione del Comune di San Giovanni Rotondo di revocare la cittadinanza onoraria concessa all’allora capo del governo. A discutere, con toni accessi, due consiglieri comunali di Foggia, gli indipendenti ed ex candidati sindaci Nunzio Angiola e Antonio De Sabato. A iniziare il confronto/scontro il consigliere Angiola, secondo il quale “Quando la politica non ha soluzioni, inventa sceneggiate. Togliere la cittadinanza a Mussolini è una pagliacciata, utile solo a riempire il vuoto d’idee”. Non è d’accordo De sabato, convinto invece che “La revoca non è un teatrino, è un atto di civiltà. Ma se vuoi occuparti di fantasmi – scrive rivolto ad Angiola – puoi sempre aprire uno sportello psicologico per nostalgici del Ventennio”.
De Sabato continua: “Del resto, se un Comune decide di togliere l’onorificenza al dittatore responsabile di leggi razziali, guerre coloniali e alleanza con il nazismo, dev’essere sicuramente per distrarre dai problemi. Non può mai essere che lo faccia per dignità. O peggio ancora: per educare. E poi, detto tra noi, chi siamo noi per giudicare il povero Benito? Magari tra un po’ chiederai anche scusa a Netanyahu, in nome della moderazione. Ah, vero… tu insegni all’università. E noi che pensavamo che il sapere servisse a coltivare spirito critico, non a fare propaganda d’accatto. Che ingenui”.
Non si è fattta attendere la replica di Angiola: ” Se davvero la dignità repubblicana si misura con una delibera votata oggi per un atto del 1924, allora siamo messi male. Nessuno ha difeso Mussolini — sarebbe ridicolo anche solo pensarlo. Ma usare il suo nome nel 2025 per evitare di affrontare la realtà è la spia di una politica senza idee, senza coraggio, senza visione. Io insegno all’università, sì. E insegno che la storia si studia per capire, non per fare propaganda. Non ho bisogno di dare patenti di antifascismo a chi la pensa diversamente, né di fingere che una revoca puramente simbolica sia una vittoria della democrazia. E aggiungo una cosa: andando dietro per anni a questa eterna e sterile contrapposizione tra fascisti e comunisti, abbiamo smarrito la capacità di scegliere persone e programmi, di giudicare la politica per ciò che realizza, non per ciò che simboleggia. Abbiamo trasformato la battaglia ideologica in un alibi per non fare nulla. E siamo rimasti gli unici imbecilli sul pianeta a discutere ancora di fascisti e comunisti nel 2025″.