Regionali, Nicola Gatta: “Ora subito al lavoro per ricostruire il centrodestra”
Il candidato è stato il più suffragato della lista di Fratelli d'Italia con oltre 10.250 preferenze

FOGGIA – “Il risultato parla chiaro: auguri di buon lavoro ad Antonio Decaro e alla coalizione di centrosinistra. Auspico che la Puglia possa essere governata con maggiore attenzione rispetto a oggi e che la Capitanata possa essere in cima all’azione dell’esecutivo”.
Nicola Gatta, primo nelle liste di Fratelli d’Italia con oltre 10.270 preferenze alle elezioni per il consiglio regionale pugliese, commenta i risultati elettorali partendo dai dati sull’affluenza.
“Non si può tacere sul dato dell’astensionismo, che ci vede tutti indistintamente sconfitti. Quando la gente preferisce rimanere a casa – commenta Gatta- invece di contribuire al futuro della propria vita e delle proprie comunità, allora vuol dire che qualcosa non ha funzionato nell’intero sistema politico e su questo va aperta una riflessione trasversale”.
“Il centrodestra – prosegue il meloniano – ha bisogno di rinascere e di imparare dai propri errori. È innegabile che essere partiti in ritardo ci abbia penalizzati, ma al tempo stesso c’è da interrogarsi sulla strada che vogliamo imboccare a partire da oggi per dare voce a tutti quei pugliesi che non si riconoscono in un sistema di potere che ha prodotto clientele allontanando il voto libero dalle elezioni”.
Gatta ha così analizzato il suo risultato personale: “Sono onorato dell’ondata di preferenze giunta sulla mia figura. La stima e l’affetto di tanti amici e tanti elettori mi ha letteralmente travolto. È proprio da qui che dobbiamo ripartire: da una fetta di pugliesi che ci ha chiesto rinnovamento, presenza, una posizione chiara, coerente e identificabile”.
“Auguro peraltro buon lavoro a tutti i consiglieri regionali eletti: la nostra terra viene prima di tutto e abbiamo il dovere, tutti, di fare del nostro meglio per rappresentarla e per recuperare una connessione con i troppi elettori che decidono di disinteressarsi della cosa pubblica”, conclude Nicola Gatta.