Cronaca

Processo “Decimabis”, confermate le condanne in Appello: il grazie di Libera e Fondazione Buon Samaritano

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FOGGIA – La Fondazione antiusura “Buon Samaritano” e il Coordinamento provinciale di Libera Foggia hanno espresso un sentito ringraziamento alla Procura Generale di Bari, alla Corte di Appello e alle istituzioni per l’impegno che ha portato alla conferma, in secondo grado, delle condanne agli imputati del processo “Decimabis”, incentrato sulle attività criminali della Società foggiana.

La terza sezione della Corte di Appello di Bari, pur riducendo alcune pene, ha riconosciuto la colpevolezza degli imputati, confermando la natura mafiosa dell’associazione e la responsabilità per reati fine come estorsioni e usura. Centrale, sottolineano le due associazioni, il riconoscimento del metodo mafioso fondato su minacce e prevaricazioni, nonché il reinvestimento dei proventi illeciti in altre attività criminali.

Decisivo, nel processo di secondo grado, anche l’apporto dei nuovi collaboratori di giustizia, che hanno rafforzato il quadro accusatorio, rivelando dettagli sulla struttura organizzativa e sui ruoli degli affiliati. Un elemento che, per Libera e la Fondazione, dimostra come “il muro di omertà attorno alle mafie stia lentamente crollando” e come “oggi più che mai sia il momento giusto per liberare il territorio da queste organizzazioni criminali”.

Le due realtà si sono costituite parte civile, insieme ai propri legali di fiducia – tra cui gli avvocati Vincenza Rando, Federica Bianchi, Enrico Rando e Andrea Candido D’Amelio (quest’ultimo prematuramente scomparso) – proseguendo un percorso che mira a dare voce alle vittime e a testimoniare da che parte si sceglie di stare: quella della legalità e delle istituzioni.

“Il nostro impegno – affermano – continuerà a essere rivolto alla diffusione della cultura della prevenzione e del contrasto a usura ed estorsioni, restando accanto alle vittime con ascolto, aiuto e sostegno. Ora più che mai è il momento di vincere paura e rassegnazione, unendo le forze per togliere terreno fertile alle mafie e sradicare la sottocultura criminale che alimenta la Società foggiana”.

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