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Peschici in lutto per la morte di ‘Mamainë’: seconda mamma di Ron e Dalla

Peschici perde la “seconda mamma” di Ron e Dalla: Ciao “Mamaine”! È triste notizia di queste ore la scomparsa di Filomena Salcuni, storica ristoratrice peschiciana, divenuta “popolare” anche per l’amicizia con gli artisti, Lucio Dalla e Ron.

I funerali si terranno mercoledì pomeriggio, 4 marzo 2020…il medesimo giorno e mese che si tennero anche quelli di Lucio Dalla (4 marzo 2012) nella “sua” Bologna…a distanza di 8 anni, il destino li ha uniti…

Qui di seguito, per ricordarla, si riporta l’intervista esclusiva realizzata il 1°marzo 2012, da Francesco D’arenzo, a poche ore dalla morte del cantante, Lucio Dalla. 1° marzo ore 15.30, sono passate poche ore dalla ferale notizia: Lucio Dalla ci ha lasciato.

Mi precipito con decisione nel Centro Storico di Peschici. Lo percorro tutto e quasi sul limitare della Rupe imbocco Via Marina .

Pochi metri in discesa e al numero 20 ecco l’insegna: Ristorante “La Pescatrice”. Lei mi aspetta. “Lei”, la titolare, è la signora Filomena Salcuni, “Mamainë” per tutti.

Entro nel locale e su di me si riversa una presenza inconfondibile: tutto, in questi ambienti, ricorda Lucio Dalla. Freno a stento l’emozione ed entro subito in argomento. – Com’è venuta a conoscenza della morte del cantante? Erano le 12.30 circa di ieri 1° marzo quando ho ricevuto la chiamata di un’amica che mi ha comunicato la notizia che non avrei mai voluto sapere.

Con gli occhi pieni di lacrime ho subito riattaccato e abbracciato la foto che ho sul tavolo. – Qual è stata la sua prima reazione. Spavento. Non riuscivo a crederci, pensavo a uno scherzo. Poi la chiamata di mia figlia Raffaella… Continuavo a ripetere tra me e me: è morto un figlio, è salito al cielo uno di famiglia, una persona umile, schietta e onesta che ha riempito la mia casa per tanti anni, sin dall’autunno 1969.

– Come e quando ha conosciuto Lucio Dalla? Arrivò con l’amico Ron in barca e visto il brutto tempo si fermò qui, a Peschici. Lo ha scritto anche nel testo della canzone “4 marzo 1943”. Era una classica sera d’autunno, caratterizzata da un forte temporale: vento e acqua non davano tregua.

Mi trovavo in casa con le mie figlie, seduti a tavola, aspettando la cena. Commossi, ricordavamo la scomparsa di mio marito (morto da circa un mese: ndr) quando a un certo momento sentimmo bussare alla porta. Aprii e mi trovai davanti due uomini trasandati, incappucciati e infreddoliti che chiedevano ospitalità.

Prima di farli entrare chiesi consiglio alle mie figlie che senza battere ciglio dissero di sì… – Cosa successe dopo. Entrarono e videro la tavola apparecchiata, con una bottiglia di vino rosso… E subito Lucio iniziò a buttare giu le prime strofe dell’ormai celebre e famosa canzone: “4 marzo 1943”! Sì, perché quella canzone (aggiunge commossa “Mamainë”; ndr) nasce proprio qui, davanti alla mia tavola, col camino acceso e il temporale che continuava a far rumore…

Dopo aver cenato con noi gli riservai una camera al piano superiore del ristorante e qui alloggiò con l’amico Ron, spalla forte del suo cammino umano e artistico…

Da allora questa è stata, ed è rimasta fino a qualche minuto fa, la sua dimora, il suo ritrovo dove rifugiarsi tra una fatica e l’altra, il posto migliore dove, affacciandosi al balcone, poteva sognare guardando l’alba e il tramonto.

– E’ tornato spesso a farle visita? Ricordo con affetto le sue improvvisate, sempre in punta di piedi. Le sue notti a scrivere canzoni (perché tante altre sono nate al primo piano). Adorava la mia cucina: il pesce al forno, cefali in particolare, le cozze ripiene e soprattutto il nostro piatto tipico: le orecchiette col sugo delle melanzane ripiene. Lui definiva la mia cucina ottima e appetitosa.

– L’ultima volta qui quando risale? L’ultima volta che è venuto a farmi visita risale a circa due anni fa, giugno 2010, inizio estate. Si fermò per alcuni giorni e gli preparai i suoi piatti preferiti. – Ricorda l’ultimo incontro con Lucio Dalla? Si, risale al 30 giugno 2011, in occasione del concerto contro le trivellazioni delle Isole Tremiti.

Con due amiche ci siamo recate a casa sua, su San Domino, dove gli abbiamo fatto visita prima del concerto e gli ho portato alcune prelibatezze della nostra terra: olio, conserve sott’olio e sott’aceto (peperoncini, melanzane, pomodori, olive…), taralli, ciambelle… Ma la scena più emozionante è stata proprio quando la sera, dal palco del concerto, mi ha dedicato la canzone “4 marzo 1943” dicendo: “Questa è per la mia seconda mamma, Mamainë !” A questo punto la signora Filomena non regge alla commozione e scoppia in un pianto dirotto.

A stento riesco a frenare le lacrime. Per quindici lunghi minuti il mondo pare fermarsi intorno a noi. Quindi “Mamainë” si riprende ed esterna un desiderio che mi prega di realizzare: andare al funerale che si terrà a Bologna domenica

– proprio il giorno del compleanno di uno dei cantautori più prolifici che abbia calcato le scene musicali italiane e internazionali – accompagnata da una delegazione istituzionale peschiciana.

E poi officiare una messa in sua memoria e organizzare un concerto per cantare le sue canzoni. Prima di salutarmi, sulla porta di quella che è stata una delle “tane” preferite da Lucio Dalla, Filomena Salcuni, la “pescatrice”, mi abbraccia e mi sussurra all’orecchio: “Ho perso mio figlio!”

Redazione

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