Spettacolo

Peppe Barra a Cerignola con la “Cantata dei pastori”

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

La nascita di Cristo vista attraverso gli occhi di due napoletani in fuga in Palestina. La seicentesca “Cantata
dei Pastori” ritorna in scena, ancora una volta con Peppe Barra che da quarantanove anni la porta in giro
per l’Italia, prima come coprotagonista, poi come mattatore al fianco di sua madre Concetta e infine come
autore e interprete. L’attore partenopeo sarà al Roma Teatro di Cerignola giovedì 7 dicembre alle ore
21.00. Lo spettacolo, che si ripete dal 1698 e che da allora fa parte della liturgia del Natale popolare, è
sempre uguale e sempre diverso. Sempre divertente e commovente. Fatto di musica, parole, tradizione,
invenzione e stupore. Il racconto scivola veloce in questa “nuova edizione” che vede alla regia Lamberto
Lambertini.

Anno dopo anno – racconta Peppe Barra– combatto affinché la Cantata diventi sempre più importante. Si tratta di uno spettacolo poetico che sarà sempre attuale anche tra mille anni. Ritengo sia la favola più bella del mondo perché portatrice di gioia, amore e luce. Al di là dell’essere cristiano, occorre credere nella tradizione del Natale così come nella Cantata, che rappresenta una sorta di presepe in movimento da rispettare ed amare”.

Il sipario si apre sull’imponente scenografia di Carlo De Marino, degna del più elaborato dei presepi napoletani e in cui si animano dei pastori piuttosto singolari. Accanto alla classica coppia di pastorelli, al pescatore e al cacciatore, ci sono anche due morti di fame, ovvero lo scrivano Razzullo e il suo compagno Sarchiapone, interpretato da Lalla Esposito. Sono proprio loro due ad animare il sacro presepe con le loro (dis)avventure rocambolesche tra mari in tempesta, cucine infernali e incontri benedetti.

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]