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Le Guide di Foggia Reporter: Panni

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Panni – “Quando giù nel Tavoliere tutto arde la calura, su nell’altopiano Pan si gode la frescura”. Cosa più vera non poteva dire in una rima baciata Eduardo de Filippo, esprimendo la vera essenza di Panni, un piccolo borgo agropastorale del Monte Sario, affacciato sulla valle del torrente Avella, affluente campano del Cervaro.

Contemplando il vessillo di Panni, si scorge Pan, il satiro del tutto che tra foreste e boschi suona un flauto, quello che per i pannesi è la zampogna greca, unica nel suo genere in tutta la Puglia per i suoni ancestrali celebrati dal complesso bandistico di “Gerardo Rainone”.

Zampogna greca di Panni – Ph Credit: Folk Music World

Panni, con il suo nome, onora da millenni il suo paesaggio bucolico, simbolicamente riconosciuto in quel corridoio naturale, che tra Tirreno ed Adriatico fu utile allo spostamento delle genti paleolitiche, lì dove monili e corredi funerari del II secolo d.C. attestano una via consolare di Traiano tra Brindisi e Benevento e dove, per giunta, nel 1503 fu edificato il monastero del Santuario della Madonna del Bosco, accogliendo tra le falde del Monte Crispignano Sant’Alfonso dei Liguori nei suoi viaggi tra Puglia e Campania.

Per ammirare tutto ciò, bisogna andare al toppolo, prima di salire però l’aria stuzzicante al fruscio delle fronde induce ad un pit stop in qualche forno pannese, specializzato nella produzione di taralli al finocchietto e scarcell (taralli dolci). Una volta sul punto più alto di Panni, una delle mete più ambite nelle passeggiate dette “Al Castello”, si comprende il perché dai resti cinquecenteschi di una torre di guardia spagnola sia possibile ammirare in un colpo d’occhio il vasto paesaggio circostante.

Nel timore che lo scazzamurrill possa nascondersi dietro la finestrella della torre e qualche fontana, si scorgono su di esse delle suggestive iscrizioni. Fontana Sant’Elia, Vecchia, di Mata, Alambicco e Nuova come le pareti esterne della Cattedrale, presentano graffiti, affreschi, grifoni ed idoli pagani, medievali e rinascimentali.

Ancor più suggestivo pensare che in questa chiesa ogni 15 d’agosto si compia la Festa delle Spighe, giorno in cui i contadini donano alla Madonna del Bosco interi carichi di salme.

Torre quadra spagnola “Al Castello” – Ph. Credit: Zampognari di Panni

Una volta addentrati nel borgo, si ammirano linee neoclassiche e barocche sulle pietre della Chiesa del Purgatorio, di San Vito e delle Cinque Croci. Tutti gli anziani di Panni hanno un passato di scalpellini come dimostrano le chiavi d’arco dei portali: capacità artistica tramandata per secoli.

Deliziosi taralli al finocchietto – Ph. Credit: Cucinare è come amare

Ancora qualche tarallo e passando dinanzi il monumento dei caduti, la statua bronzea della Vittoria, con la sua alta fiamma, sembra quasi la statua della libertà.

Ad appetito spezzato non è possibile rifiutare l’invito ad una tavola imbadita all’ultimo minuto su cui un calzone alla cipolla, pzzott e ghiet (pappardelle, bietole e pomodorini) e una callosa frittata di lampascioni sprigionano la calda ospitalità pannese.  

Fonte: Procaccini, G., “Cenni storici sulla terra di Panni”, Generoso Procaccini Editore, 1981
p. 47 – 61,  Gioielli, M., “La zampogna: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia”, Iannone Editore, 2005. 

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