Le Guide di Foggia Reporter: Orta Nova

Orta Nova – Da feudo gesuita a cittadina borghese radicata nella Processione dei Misteri.
La sua fondazione risale intorno ai primi del 1000, già stanziata in castrum e domus romane.
Orta Nova si consolidò in un borgo medievale con la presenza degli Svevi. Nel 1418, durante il Regno di Napoli, seppur la Regina Giovanna II vendette il feudo d’Orta alla famiglia Caracciolo: l’aumento del prezzo del grano garantì agli Aragonesi degli investimenti molto redditizi tant’è l’intervento della Compagnia di Gesù nella gestione dell’attività agricola garantì copiosi lasciti e donazioni.

Il 1611, però, è considerato l’anno ufficiale della nascita di “Casa d’Orta”, il primo e il più grande dei Cinque Reali Siti colonizzati da Ferdinando IV di Borbone, il quale accolse ben 105 famiglie contadine destinate a 10 versure di terra. In quel periodo si aggiunsero anche altri fattori consolidanti in vicende legate alle questioni della transumanza.
Dal 1862 l’antica Orta ottenne l’autonomia comunale e vantò di un nuovo nome, Orta Nova appunto.
Il complesso urbano sorse attorno al convento dei Gesuiti in un processo architettonico di case a schiera. Palazzo Colavita è una delle rare testimonianze poiché la maggior parte di esse, al seguito dell’espulsione dei Gesuiti, fu trasformata in “palazzotti” e case palaziate ovvero costruzioni sopraelevate con architetture a corte come i Palazzi De Majo o il Palazzo Mascitelli, ad esempio.

L’aspetto era quello di un villaggio attraversato da primi viali e strade fino a che non si trasformò in una cittadina borghese identificabile in proprietari terrieri e commercianti.
Il clima temperato e la ricca vegetazione permettevano la produzione e di oggetti unici come il grattamariann, una specie di coltello per raccogliere la neve. Il deposito di ghiaccio, chiamato neviera, infatti, fu un ambiente molto comune non soltanto per conservare cibi e bevande, ma soprattutto per sopperire ai mesi più torridi.
Come nel resto della Puglia, i gestori di queste cantine vendevano neve, granite, caffè e sorbetti, soprattutto la domenica mattina dopo ù strusc’ e le celebrazioni religiose.

Una serie di tradizioni di cui è rimasto il ricordo e qualche rito ancora molto sentito come la Processione dei Misteri al venerdì di Pasqua che a volte si avvicina o addirittura si sovrappone alla cavalcata degli angeli al Santuario dell’Incoronata nell’ultimo sabato di aprile.
Dal 1700 statue plurisecolari sono portate in scena sul vialone principale ad opera delle confraternite del Santissimo Sacramento e dell’Addolorata, per concludersi con il commuovente e suggestivo incontro tra il Cristo ormai morto e la Madonna. Un evento puntuale nei secoli che vede in raccolta l’intera comunità attorno a simulacri di inestimabile valore e sculture esposte come opere d’arte, quali sono, già dal sabato delle Palme all’interno del Santuario della Madonna dell’Altomare.
Il momento più toccante e profondo dell’anno.
Fonte: “La storia di Orta Nova tra percorsi architettonici e tradizioni popolari in etá moderna e contemporanea”, M.A. Garofalo, A. Cavallone, M. Pasquariello, L. Lopriore, I. P. S. S. C. T. “A. Olivetti” Orta Nova, 2010. “Sogni di fede ad Orta Nova” , Comune di Orta Nova, Regione Puglia, G. De Vita, 2000.
“I Comuni dei 5 Reali Siti”, Comune di Cerignola, 2001.