Operazione “Giù le mani”, procura: “Le decizioni del Riesame non hanno smentito le ipotesi accusatorie”

Il Tribunale del Riesame anche se ha sostituito le misure cautelari originarie ad alcuni indagati non ha smentito l’impianto accusatorio. Lo ribadisce in un comunicato stampa la procura di Foggia in relazione alle indagini su Manfredonia denominata “Giù le mani” e che ha coinvolto, tra gli altri anche l’ex assessore al Comune di Manfredonia Angelo Salvemini.
Il Tribunale del Riesame, chiarisce la procura di Foggia, per Michele Antonio Romito – accusato di aver tentato di fare pressioni sul Comune per non far smantellare il suo ristorante che aveva un’autorizzazione sono per il periodo estivo – ha confermato la sussistenza della gravità indiziaria e delle esigenze cautelari, limitandosi a sostituire la misura cautelare del carcere con gli arresti domiciliari.
Per Grazia Romito – accusata di aver provato ad aggirare la misura dell’interdittiva antimafia a carico della sua agenzia di pompe funebre – e Luigi Rotolo – presunto prestanome della Romito – ha operato la riqualificazione giuridica del fatto loro contestato da falsità ideologica commessa in atto pubblico a falsità ideologica commessa in autorizzazione amministrativa, ordinando la rimessione in libertà degli indagati in quanto il titolo di reato, così come riqualificato, non consente 1’ applicazione della misura cautelare di tipo coercitivo.
Per Michele Fatone – accusato di tre concussioni e relativi peculati, lesioni, violenza privata, tentata violenza privata e stalking nei confronti di dipendenti e amministratori dell’azienda che gestisce il servizio rifiuti – è stata confermata la misura cautelare della custodia in carcere, anche se vi è stato il parziale accoglimento dell’istanza di riesame limitatamente a soli due dei dieci capi a lui contestati, rimanendo ferma – ribadisce ancora la procura – la gravità indiziaria per gli altri otto.
Per Raffaele Fatone, figlio di Michele, 1’istanza di riesame proposta avverso la gravità indiziaria e le esigenze cautelari è stata rigettata, permanendo quindi l’applicazione degli arresti domiciliari.
Le motivazioni de1 Tribunale del Riesame saranno depositate entro 45 giorni e la procura fa sapere che “si riserva di valutare l’eventuale ricorso in Cassazione, in attesa di leggere le motivazioni della decisione, 1’impianto accusatorio può ritenersi ampiamente confermato”.
