Non solo grandine, ecco le 7 piaghe dell’agricoltura pugliese

“Per gli agricoltori, il rischio di perdere il raccolto è aumentato in maniera esponenziale. Le grandinate, le alluvioni e le gelate, come dimostrano gli episodi delle ultime settimane, si verificano sempre con più frequenza e intensità. Se i rischi aumentano, allora anche l’apparato normativo che regola assicurazioni e risarcimenti deve rispondere in modo più adeguato ai cambiamenti climatici in atto”.
All’indomani della grandinata che ha colpito Candela e i paesi dei Monti Dauni meridionali, nel Foggiano, è Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, a intervenire su uno dei problemi centrali del comparto primario. A Candela, il sindaco ha già annunciato che chiederà lo stato di calamità dopo i danni che la grandine ha arrecato soprattutto al pomodoro e ai vigneti. Prima della grandinata di ieri, e solo stando a queste settimane, il maltempo ha devastato coltivazioni e creato danni per centinaia di milioni di euro nella zona di Lesina, a Turi e in tutto il Nord Barese, nel Salento e nell’area di Taranto. Nei mesi scorsi, le alluvioni hanno distrutto decine di aziende agricole nei Monti Dauni. “Quella che un tempo era l’eccezione, oggi è diventata la regola”, spiega Carrabba. “Non si tratta del solito coro di lamento degli agricoltori: i cambiamenti climatici vanno affrontati con la consapevolezza che tutto sta cambiando e bisogna attrezzarsi in tempo”.
Per la CIA Agricoltori Italiani della Puglia, il 2016 si sta caratterizzando come la stagione delle “7 piaghe dell’agricoltura”. “Stiamo affrontando il verificarsi di più variabili negative: al crollo dei prezzi corrisposti ai produttori, si aggiungono i cambiamenti climatici, la violenza di vecchi e nuovi batteri come la xylella. Per non parlare di politiche europee deboli e contradditorie, degli squilibri del mercato globale, della voracità delle multinazionali e dell’azione posta in essere dalle agromafie”.