Musica Civica, con Nicola Lagioia e Gidon Kremer
Si avvicina alla conclusione la XIV edizione di Musica Civica – Conversazioni tra suoni e parole. Domenica 3 dicembre, la seguitissima rassegna firmata dall’artista foggiano Dino De Palma, per il suo nono e penultimo appuntamento, propone un nuovo spettacolo di grande interesse. Alle 19 al Teatro “U. Giordano” di Foggia ascolteremo la conversazione Da dove vengono le storie. Sono proprio queste ultime a tenerci insieme. Ed è anche grazie al loro potere d’attrazione se le comunità di cui facciamo parte stanno in piedi. Ma da dove vengono? E quel particolare tipo di narrazione a cui diamo il nome di letteratura? Nato in forma orale, passato nei secoli attraverso molte trasformazioni, il racconto letterario è stato uno degli strumenti conoscitivi più potenti ed emozionanti a disposizione del genere umano. E oggi? È ancora attuale quest’arte nel XXI secolo? La risposta è sì, ma per ragioni un po’ diverse rispetto a quelle che saremmo portati a immaginare. E poi dipende: ci sono storie e storie. Di questo discuterà Nicola Lagioia, uno degli intellettuali più fervidi d’Italia, già direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino (dal 2017 a pochi mesi fa) e autore di libri tradotti in tutto il mondo. Lo scrittore, di origine barese, inizia la sua carriera, collaborando con diverse case editrici, prima in qualità di redattore e poi di ghost-writer. Nel 2001 esordisce come scrittore con il romanzo Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj, vincitore del Premio Lo Straniero. Ne segue una prolifica produzione letteraria, pubblicata in ben 20 paesi. Tra le sue pubblicazioni più recenti citiamo Fine della violenza, La ferocia, vincitore nel 2014 dei premi Strega e Mondello, Tre ricognizioni e La città dei vivi del 2017, da cui è tratto anche un podcast prodotto da Chora Media. Scrive per diversi giornali tra cui La Repubblica, Il Venerdì, Internazionale, La Stampa e dirige Lucy, una rivista multimediale di arti e cultura.
A seguire, un evento unico per la città di Foggia. Per la prima volta al Teatro Giordano il trio di uno dei violinisti più grandi di sempre, Gidon Kremer, la cui arte violinistica lo ha portato ad esibirsi in ogni dove. Programma meraviglioso quello proposto al Giordano, che va da una delle opere di musica da camera più compiute di Mozart, la Sonata n. 33 in mi bemolle maggiore per violino e pianoforte K 481 fino ad un caposaldo della letteratura per trio, il monumentale Trio Elegiaco di Rachmaninov, dove il gusto per la frase elegante e di intonazione sentimentale, nel contesto di una forma chiara e precisa nelle sue componenti melodiche e ritmiche, è predominante. Il Trio in re minore è il secondo con lo stesso titolo scritto da Rachmaninov nel 1893, un anno dopo il famoso Preludio in do diesis minore per pianoforte con il quale si affermò internazionalmente il nome del musicista. Anche in questo caso l’obiettivo del compositore è di dare risalto alla specifica personalità dei tre strumenti in un gioco di misurato equilibrio tra le parti in cui quello che conta è l’espressione dello stato d’animo dell’artista. Al di là della freschezza e scorrevolezza tematica, il Trio si lascia ammirare per la suadente e morbida evocazione di un mondo armonico acquisito culturalmente da ciascuno di noi e le cui sincere emozioni sono dettate dagli impulsi del cuore, nel rispetto delle scelte estetiche di scuola romantica.
Parlare di Gidon Kremer vuol dire parlare di una icona mondiale e tracciare una sua biografia è quasi scontato, perché negli ultimi cinquant’anni ha suonato nelle sale più importanti del mondo. È apparso su quasi tutti i principali palcoscenici concertistici con recital solistici e con le più celebri orchestre d’Europa e del Nord America, e ha lavorato con molti dei più grandi direttori l’orchestra dell’ultimo mezzo secolo. Il suo nome è saldamente legato a compositori come Alfred Schnittke, Arvo Pärt, Giya Kancheli, Sofia Gubaidulina, Valentin Silvestrov, Luigi Nono, Edison Denisov, Astor Piazzolla e molti altri, le cui opere sono interpretate in modo da tener fede alla tradizione, ma anche da esaltarne il ricco contenuto di freschezza ed originalità. È corretto dire che nessun altro solista di paragonabile statura internazionale abbia fatto di più per promuovere la causa dei compositori contemporanei e della musica moderna per violino. Artista eccezionalmente prolifico, Gidon Kremer ha realizzato oltre 120 registrazioni, molte delle quali hanno ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti internazionali, in omaggio alle sue eccezionali doti interpretative. Nel 2016 Gidon Kremer ha ricevuto il Praemium Imperiale, diffusamente considerato il Premio Nobel del mondo musicale. Nel 1997 ha fondato l’orchestra da camera Kremerata Baltica che ha inciso quasi trenta CD per le case discografiche Nonesuch, Deutsche Grammophon ed ECM.
Al fianco di Gidon Kremer ci saranno altri due eccezionali musicisti al violoncello e al pianoforte. Giedre Dirvanauskaite, violoncellista lituana, è una dei membri fondatori della Kremerata Baltica, della quale fa parte dal 2008. È regolarmente ospite di diversi festival come musicista da camera oltre ad esseri esibita come solista con direttori d’orchestra di fama internazionale. Insieme a Khatia Buniatishvili e Gidon Kremer, ha ricevuto il Preis der Deutschen der Schallplattenkritik per la registrazione dei Trii per pianoforte di Tchaikovsky e Viktor Kessine per ECM. Georgijs Osokins, talentuoso pianista, si è guadagnato l’attenzione internazionale all’età di 19 anni, partecipando al Concorso Chopin nel 2015, dove è stato definito “eccezionale ed imprevedibile”. Ha debuttato in sale e festival internazionali di primissimo livello; l’etichetta britannica Piano Classics ha pubblicato due suoi CD con musiche di Chopin e Rachmaninov e nel 2020 l’etichetta tedesca Accentus ha pubblicato il suo primo album di musica da camera insieme a Gidon Kremer, CD che ha ricevuto ottime recensioni in tutto il mondo ed è stato nominato agli International Classical Music Awards 2020 e all’Opus Klassik 2021. Insieme a Lucas Debargue è stato annunciato da Gidon Kremer come primo artista ospite permanente della Kremerata Baltica, nei suoi 22 anni di storia.