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“Mulier Capitanate”: com’era la donna della Capitanata quando vestiva “alla sveva”

Sabato 15 ottobre è stata inaugurata al Museo Civico di Foggia la mostra “Mulier Capitanate. Abbigliamenti e oggettistica d’uso quotidiano della donna in epoca sveva”, a cura dell’Associazione “Imperiales Friderici II” di Foggia. Foggia torna nel Medioevo e lo fa per dare un’occhiata alla moda delle donne durante il Duecento, in una terra caratterizzata da etnie, religioni e culture diverse.

Una strana assonanza quella tra moda e storia? Assolutamente no se consideriamo che la moda è lo specchio della società e riflette gusti ed esigenze del momento. Siamo abituati a sfogliare riviste di moda e a perderci tra i colori, i pizzi e le rouches delle passerelle milanesi e parigine, ma abbiamo mai dato un’occhiata alle immagini sui libri di storia? Ci siamo mai soffermati a notare gli abiti di uomini e donne del Rinascimento o del Medioevo? La moda è evoluzione, ha un passato affascinante degno di essere scoperto.

Il Museo Civico di Foggia apre le sue porte alla moda, quella femminile e più precisamente quella di epoca sveva. Ebbene sì: una vera e propria mostra dedicata interamente agli abiti, ai gioielli e a gli oggetti utilizzati dalle donne quando, nel Duecento, l’imperatore Federico II di Svevia si era insediato in Puglia manifestando un particolare attaccamento alla nostra terra, la Capitanata, chiamata da lui “pupille dei nostri occhi”.

Abito di una nobile orientale
Abito di una nobile orientale

Entriamo direttamente nella vita quotidiana di ragazze, madri, donne che abitavano nell’antico Regno di Sicilia, curiosando tra gli oggetti che utilizzavano la mattina appena sveglie per la cura del corpo, i gioielli che preferivano e gli abiti che indossavano nelle varie occasioni e a seconda del loro status sociale. La Capitanata era all’epoca una terra che ospitava popolazioni appartenenti a culture molto diverse tra loro come gli occidentali, gli ebrei e i saraceni. Questa diversità si rispecchia proprio nei tessuti e nei colori dei tanti vestiti presenti nella mostra che mette in risalto figure di donne orientali ed occidentali.

La nostra attenzione viene catturata dall’abito rosso in seta appartenuto ad una nobile saracena, probabilmente la moglie di un alto funzionario imperiale. Gli accessori sono tantissimi, come la cintura d’argento, i diademi e il velo nero, impreziosito da gioielli pendenti (mi’jar). La corte di Federico II era famosa in tutto il mondo e ad impreziosirla erano anche le numerose danzatrici che incantavano tutti con i loro abiti e con il suono delle cavigliere (utilizzate sia per il ritmo musicale che per mandar via il malocchio). Le donne però non erano tutte ricche o danzatrici, c’erano anche le operaie come quelle della “Camera regis lucerina” addette al confezionamento di tessuti pregiati, che indossavano ampi pantaloni, una tunica di lino e un mantello in lana, e le prostitute, che spesso vivevano fuori città, “obbligate” ad indossare abiti con righe orizzontali, mantelli sfrangiati e veli di color giallo.

Colori brillanti, gioielli e stoffe ricercatissime erano i segni distintivi della moda dell’epoca, una moda prevalentemente orientale che influenzava quella occidentale. Le donne occidentali però non portavano il velo, si ornavano i capelli, ma come quelle orientali indossavano abiti preziosissimi in seta.  Sono tantissimi gli oggetti del XIII secolo che l’Associazione “Imperiales Friderici II” ha raccolto e riprodotto fedelmente: telai saraceni, candele, ceramiche decorate, spille in bronzo, saponi di Aleppo, cosmetici naturali, dadi, scacchi e tanti altri.

In conclusione: pudica o peccatrice, povera o ricca, la donna da sempre ha espresso la sua femminilità nella società, contribuendo a quell’emancipazione che (forse) siamo riuscite a raggiungere e che ci permette di essere colonne portanti e non più assi secondari. Questa mostra ci ha permesso di entrare in un passato in cui diverse culture si intrecciavano tra loro e producevano esempi bellissimi di una moda che ha posto le basi per quella moderna, un passato in cui stoffe orientali  e preziosissime si confondevano tra gioielli ed ornamenti occidentali, un passato insomma che faremmo bene a rimpiangere.

La mostra, ad ingresso gratuito, resterà aperta fino al 30 ottobre. Gli orari di apertura sono i seguenti: dal martedì alla domenica dalle 9 alle 13; il martedì e il giovedì la mostra sarà aperta al pubblico anche nel pomeriggio dalle 16 alle 19.la domenica dalle 9 alle 13; il martedì e il giovedì la mostra sarà aperta al pubblico anche nel pomeriggio dalle 16 alle 19.

Telaio del XIII sec.
Telaio del XIII sec.
Danzatrice
Danzatrice
Prostituta
Prostituta
Operaia
Operaia
Oggetti d'uso comune
Oggetti d’uso comune
Oggetti di lavoro e di ornamento
Oggetti di lavoro e di ornamento

Annarita Correra

Mi chiamo Annarita Correra, ho 28 anni, sono una giornalista pubblicista, una copywriter, content creator e cantastorie. Credo che la bellezza salverà il mondo e per questo la cerco e la inseguo nella mia terra, la più bella del mondo. L’amore per la letteratura mi ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere Moderne e quella magistrale in Filologia Moderna. Ho collaborato con riviste online culturali, raccontando con interviste e reportage le bellezze pugliesi. La mia avventura con Foggia Reporter é iniziata cinque anni fa. Da due anni curo la linea editoriale del giornale, cercando di raccontare la città e la sua provincia in modo inedito, dando voce e spazio alla cultura e alle nostre radici. Scrivo e creo contenuti digitali, gestisco la pagina Instagram del giornale raccogliendo e raccontando le immagini più belle delle nostra terra.

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