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Monumento al degrado, non al ferroviere

La locomotiva usata come monumento ai ferrovieri preda di vandali e della ruggine

Un monumento al degrado più che un doveroso ricordo dei ferrovieri deceduti durante la Seconda guerra mondiale. Tale è la vecchia locomotiva posizionata, in maniera infelice, in fondo alla Villa Comunale, agli inizi del boschetto. È lì da quasi quaranta anni, quando l’amministrazione comunale di Foggia decise di omaggiare la figura del ferroviere, che tanto ha dato alla storia del capoluogo. Si seguì un progetto firmato da Mario Soro nel 1983 ed il monumento fu inaugurato il 10 maggio del 1985. Venne utilizzata una vecchia locomotiva in disuso, costruita nel 1915 nelle officine Breda di Milano, identificata con la sigla numerica 880 009.

Da tempo circola l’idea di spostare la vecchia locomotiva nell’aiuola vuota posizionata all’inizio del Terminal dei bus in piazza Vittorio Veneto, affianco alla stazione ferroviaria. Sarebbe forse un luogo più dignitoso, di certo un luogo meno esposto alla furia dei vandali che hanno devastato la locomotiva con varie scritte e con il furto dei fanali, dei manometri di ottone sistemati al posto di guida e della targa di bronzo sui cui erano incisi in nome della ditta costruttrice, l’anno di costruzione e il codice numerico della locomotiva. Vandalizzata e deturpata pure la lapide posta nei pressi. Negli anni la locomotiva è diventata anche il rifugio occasionale di numerosi senzatetto. Una devastazione che fa il paio con quella operata dagli agenti atmosferici, che hanno letteralmente mangiato interi pezzi di lamiera, lasciando buchi pieni di ruggine.  Il degrado del monumento non è recente. È da almeno dieci anni che è in condizioni che definire pessime è un eufemismo. Abbandonata dall’Amministrazione comunale, potrebbe essere reclamata dalle Ferrovie dello Stato, in quanto la locomotiva è stata regalata al Comune di Foggia ma solo affidata in comodato.

Vincenzo D'Errico

Giornalista professionista e scrittore, impegnato a lungo nell’emittenza locale, collaboratore del quotidiano L’Edicola del Sud, direttore della Rivista Filosofia dei Diritti Umani / Philosophy of Human Rights.

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