Storie di successo

Maristella Smiraglia: campionessa di Taekwondo

Torna la rubrica storie di successo made in Foggia. Oggi abbiamo il piacere di intervistare l’atleta foggiana Maristella Smiraglia, campionessa italiana di Taekwondo.

Quando e come è nata la tua passione per questo sport?

Ho iniziato a praticare Taekwondo dall’età di quattro anni e ho visto gente praticarlo prima ancora che imparassi a camminare. Infatti il mio maestro è mio padre e sono praticamente cresciuta in palestra. Questo sport fa parte della mia quotidianità da sempre. Non so esattamente quando sia nata questa passione, ma è certo che non praticarlo significherebbe rinunciare a sentirmi del tutto me stessa.

Cosa rappresenta per te il Taekwondo?

Il taekwondo è la mia più grande passione. Inoltre è diventato anche il mio lavoro in quanto faccio parte del gruppo sportivo dei Carabinieri. E’ presente nel legame con la mia famiglia. Il mio più grande obiettivo è diventare tra i più forti al mondo in questo sport. Può sembrare banale ma rappresenta gran parte della mia vita.

Come mai hai scelto proprio questa disciplina forse un pò insolita per una ragazza?

Ho sempre amato le cose particolari e il Taekwondo mi ha affascinata sin da subito per la sua caratteristica di essere ricco di disciplina, in quanto arte marziale, e di riuscire ad esprimere forza e potenza con movimenti eleganti e fluidi. Al contrario di quanto molti possono pensare è uno sport assolutamente formativo, non insegna aggressività, ma il rispetto per gli altri e l’autocontrollo.

Quali sono le sfide che hai dovuto affrontare?

Nonostante la vita d’atleta porti tante soddisfazioni, non è tutto rose e fiori. Sono tante le sfide alle quali siamo sottoposti ogni giorno, come ad esempio dover fare a meno dei divertimenti per far posto ai continui allenamenti e riuscire a superare le sconfitte ed avere la grinta necessaria per rimettersi a lavorare sulle mancanze. Curare l’alimentazione. Stare tanto tempo lontano dalle persone care. Bisogna tener duro ogni giorno e mettercela tutta in ogni singolo allenamento perché senza sacrificio non c’è vittoria.

Quali consigli ti senti di dare ai giovani come te che vogliono vivere con e per lo sport?

Credo che vivere per lo sport significhi scegliere di spingere sé stessi al massimo e provare a superare i propri limiti. Significa decidere di essere ambiziosi e provare ad emergere. Tuttavia la rinuncia e i sacrifici che questo stile di vita comporta, bloccano i ragazzi a intraprendere questa strada preferendo percorsi più comuni. Il mio consiglio è senza dubbio di rinunciare ad essere uno tra gli altri e provare ad essere diversi. L’impegno premia!

Chiudiamo con una domanda di rito: cos’è per te Foggia?

Foggia rappresenta per me le origini. E’ il posto in cui sono nata e dove sono cresciuta. E’ il posto dove torno ogni volta che posso e dove vive la mia famiglia. Parlo spesso della mia città e spero che sotto alcuni aspetti possa crescere perché è un territorio pieno di risorse e di ragazzi in gamba. Se riuscissimo a sfruttare al massimo ciò che abbiamo e se cercassimo di fare qualcosa per farla crescere piuttosto che parlarne male, potremmo trasformare Foggia in una grande città in modo che invece di essere per molti ragazzi le origini, possa diventare il futuro.

Valerio Palmieri

Giornalista praticante, laureato in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Foggia. Laureato in Filologia moderna con 110 e lode. Da sempre sono appassionato di scrittura e, dopo varie collaborazioni, da gennaio 2017 sono redattore di Foggia Reporter. Mi occupo principalmente di politica, eventi religiosi e interviste. Sono convinto che la comunicazione digitale sia lo strumento più efficace per attuare quella rivoluzione culturale che tanto bene può fare al nostro territorio locale e nazionale.

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