Le Guide di Foggia Reporter: Margherita di Savoia

Margherita di Savoia – Non più in Daunia, ma è una località ancora molto cara ai bagnanti foggiani per i 15 km di spiaggia ferrosa composta da una centinaia di animati lidi, incastonati tra rosee saline e un mare poco profondo e molto blu.
Margherita di Savoia, una località termale immersa in una riserva naturale dal 1979, zona umida in cui giunchi, candide montagne di sale, fenicotteri e chiulottelli la rendono davvero speciale.
Chi ama il birdwatching sa cosa s’intende.
Ma cosa centra la Regina Margherita?
Nel 1879 questo posto fu ribattezzato in onore di Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia, madre consorte d’Italia, moglie del primo re Umberto I.

Prima di allora, i 4500 ha delle salén di Barletta appartennero alla bonifica di Ferdinando II di Borbone nel paesaggio di Lago Salso e Salpi.
La natura di Margherita di Savoia si lega storicamente al sale tant’è che gli stessi cittadini sono chiamati salinari.
Durante l’alta marea, l’Adriatico raggiungeva le zone basse di Lago Salpi e Salso ed evaporando, depositava il sale.
Un sito noto sin dal III a.C. come Salinis di Salapia con un prodotto esportato in tutto l’Oriente.
Le Saline di Margherita di Savoia sono le più grandi d’Italia e tra pesca ed agricoltura, il centro benessere ha un valore aggiunto: il colore rossastro delle acque madri e dei fanghi termali sono un toccasana per molte patologie, rilassando i vacanzieri all’insegna di salute e massaggi.

Le saline di Margherita di Savoia sono un fenomeno naturale, in cui l’uomo è intervenuto solo nel XII secolo, con l’istituzione del villaggio di Santa Maria del Sale, l’area in cui Federico II amò cacciare i suoi falchi.
Ma da lì, poco dopo, le famiglie salinare furono costrette a fuggire per le incursioni saracene e le conseguenti pestilenze di palude.
Il villaggio delle saline di Barletta prese forma nel ‘500 con il Torrione d’avvistamento delle incursioni turche, attuale sede del Museo Archeologico Industriale e della Pinacoteca “F. Galante Rivera”, dove tutt’attorno sorsero la cappella e i pagliai, costeggiati dai depositi ottocenteschi dei “Sali d’Eccezione” e da distese di patate e cipolla bianca.

Dalla Quinta alla Decima Marina, le strade a scacchiera si delineano in un labirinto ordinato tra turisti e bambini spesso intenti a gustare taralli e focaccia alla cipolla.
Dal centro al mare, la festa di San Salvatore e della Santissima Addolorata le decorano di luminarie pugliesi solite esaltare sagre di pesce: la prediletta qui è la seppia.
Meraviglioso passeggiare sul bagnasciuga argilloso al chiaror di luna o al solleone.
Solo qui la pelle diventa più scura che mai!
Chi frequenta Margherita di Savoia lo sa bene.
Fonte: Russo, S., “Da Reali Saline a Margherita di Savoia: storia di una comunità nell’Ottocento”, Grenzi Editore, 2003.
pp. 126 – 130, Kemal Vlora, A., “Guide d’Italia: Bari e le sua terra, il Gargano e il Tavoliere di Puglia, la Murgia dei Trulli e il Salento. Puglia”, Fabbri, 1986.