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La Puglia chiede misure straordinarie per la Xylella

La Regione vorrebbe espiantare gli ulivi infetti prima di conoscere le generalità dei proprietari; il Cnr Nanotec e Università del Salento annunciano un dispositivo diagnostico prototipale per rilevare il patogeno. Giunti in Puglia da Bruxelles, gli ispettori UE del Comitato Fitosanitario Permanente per verificare la situazione dell’avanzata della Xylella fastidiosa ed ascoltare le richieste della regione

Qualche giorno fa il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, aveva ipotizzato una norma europea che consente di abbattere gli alberi infetti subito per non perdere tempo prezioso così da limitare e contenere l’infezione. Tra le varie proposte delle organizzazioni agricole va notata quella del Cia Puglia: consentire i reimpianti con cultivar di olivo resistenti e in futuro eventualmente immuni a Xylella, comprese nelle zone di contenimento e cuscinetto. Coldiretti Puglia invece ha chiesto alla Comunità Europea ulteriori finanziamenti per incrementare i monitoraggi necessari per rilevare la presenza dell’infezione. Cnr Nanotec e Università del Salento annunciano la possibilità, attraverso un dispositivo diagnostico, di rendere i monitoraggi più veloci e meno costosi.

Emiliano rilancia: “Prima gli espianti poi l’accertamento dell’identità dei proprietari”

Vista l’urgenza di procedere, ho suggerito che anche l’Unione europea inserisca nella sua direttiva, dal punto di vista giuridico, la possibilità di fare tagli senza la previa individuazione dei proprietari” – ha dichiarato il governatore lo scorso 28 maggio, in occasione dell’incontro con i tecnici del Comitato Fitosanitario dell’Unione Europea – “Abbiamo specificato che purtroppo, nonostante le tante direttive contro la Xylella, una regola non c’è mai stata, e cioè quella di poter fare gli abbattimenti senza individuare il proprietario, lasciando questa fase al momento successivo al taglio”. Emiliano ha anche sottolineato la necessità che l’Ue risarcisca la Puglia per i danni subiti dalla fitopatia.

Interessante la proposta di Cia Puglia, vale a dire reimpiantare nella zona di contenimento

I nostri associati stanno provvedendo ai trattamenti prescritti, si stanno attenendo al protocollo delle buone pratiche, e stanno sostenendo costi aggiuntivi che pesano in modo sempre meno sostenibile sui bilanci delle loro aziende agricole: servono aiuti economici, e servono subito”, ha detto D’Amico agli ispettori venuti da Bruxelles. Occorrono incentivi per procedere velocemente con i reimpianti, unico vero strumento per abbinare al contrasto della Xylella anche il rilancio del comparto olivicolo in termini di redditività“, ha aggiunto inoltre il vicepresidente. Proponiamo che i reimpianti siano estesi alla zona di contenimento e alla zona cuscinetto, oltre che a quella infetta. In questo modo” – ha spiegato D’Amico – riattiveremmo possibilità di reddito e di futuro per tutti gli olivicoltori colpiti o soltanto minacciati dall’avanzamento dell’infezione” – ha dichiarato Giannicola D’Amico, vicepresidente regionale di Cia Puglia, ascoltato a Brindisi dagli ispettori UE.

Coldiretti Puglia preme sui finanziamenti dell’UE

“Abbiamo chiesto che anche l’Ue faccia la sua parte, a partire dai gravosi costi per i monitoraggi che non possono ricadere solo su Italia e Regione Puglia. I danni a carico di aziende olivicole, frantoi e vivai, ad oggi stimati per difetto superano il miliardo di euro e vanno previste linee di sostegno attraverso progetti a finanziamento diretto di Bruxelles e sui terreni vocati vanno prefigurate straordinarie assegnazioni extra di autorizzazioni di impianto vigneti” – spiega Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia.

Secondo Coldiretti Puglia tale provvedimento consentirebbe la possibilità di reimpianto nelle aree infette con le cultivar resistenti, oggi riconosciute, riconsegnando una grande speranza ai territori martoriati dalla malattia.

Un dispositivo diagnostico per monitoraggi veloci ed economici

Intanto fa parlare e sperare una ricerca pubblicata alcuni giorni fa sulla prestigiosa rivista Scientific Reports, del gruppo Nature: si tratta del lavoro di un gruppo di ricerca congiunto tra Università del Salento e Cnr Nanotec di Lecce circa su un dispositivo diagnostico prototipale basato su microsensori, per la rilevazione da piante di olivo di Xylella fastidiosa.

Il dispositivo è in grado di individuare la presenza del patogeno che affligge gli alberi del territorio pugliese, con tempi rapidi e costi di analisi più contenuti: “Si tratta di un primo importante passo avanti verso la diagnostica in-situ, come valido strumento nelle mani degli esperti del settore per le analisi su campo” – comunicano dal Consiglio nazionale delle ricerche con una nota.

I due metodi tradizionali sono stati confrontati con il nuovo test elaborato su biochip elettrochimici, ottenendo risultati sovrapponibili a quelli dei test tradizionali, ma con vantaggi significativi in termini di costi e tempo impiegato per l’analisi” – afferma Serena Chiriacò, ricercatrice Cnr. “Lo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche rappresenta un’utile risorsa per le azioni di monitoraggio, attività imprescindibile per il contenimento dell’epidemia – aggiunge Andrea Luvisi, ricercatore dell’Università del Salento.

Redazione

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