Storie di successo

Da Cagnano Varano la novità nel panorama dei gin. Istmo è il distillato garganico che omaggia il territorio

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Era il distillato preferito dello scrittore Francis Scott Fitzgerald ma tra gli appassionati di gin potrebbero finire tanti altri nomi famosi. Comune denominatore tra personaggi e semplici sconosciuti amanti del beverage, la passione. Ed è stata proprio la passione a tracciare il percorso che ha portato l’imprenditore Angelo Mosca e lo chef Michele Abruzzese alla produzione di Istmo Gin, il distillato garganico che si annovera tra le novità del settore, cavalcando l’onda di un trend in forte crescita dove il gin (ri)conquista i giovani palati e seduce quelli più esigenti.

Angelo ha sempre avuto una passione per gli spirits. Ha assaggiato fino a duecento etichette dopo un’esperienza in un rinomato cocktail bar di Torino. Michele invece, forte della sua esperienza tra i fornelli e della sua passione per il foraging (in italiano, la raccolta delle erbe selvatiche commestibili ndr), apporta il suo sapere nella scelta degli ingredienti. Arriva così l’idea vincente del duo di Cagnano Varano: prediligere botaniche del territorio, come ci svelano in questa intervista.

Angelo, un sorso di Istmo Gin per fare un viaggio sensoriale nella nostra terra…
Certo. Istmo Gin è realizzato con botaniche raccolte nel territorio garganico che gli conferiscono un gusto inconfondibile.

Quali sono?
Sicuramente tra le botaniche insolite ci sono la salicornia, il pomodoro secco e la foglia di fico. La nota agrumata è data invece dalla scorza di arancia e dalle foglie di limone. Ci sono anche i semi di sedano e non mancano poi gli elementi classici del gin come il coriandolo, il ginepro, la radice di liquirizia.

Perché è diverso dagli altri gin?
Secondo alcune ricerche personali le botaniche come la salicornia, il pomodoro secco e la foglia di fico non sono state impiegate nella produzione di altri gin. La salicornia ad esempio è una pianta tipica di un territorio lagunare come il nostro. Ed è questo che gli conferisce quel carattere unico.

Salicornia garganica

Dall’idea alla bottiglia: quanto tempo avete impiegato per la realizzazione del prodotto?
Abbiamo messo a punto Istmo Gin in meno di un anno. Non è stato facile perché abbiamo lavorato al progetto in piena pandemia subendo inevitabilmente alcuni rallentamenti.

Come viene prodotto Istmo Gin?
Abbiamo scelto di seguire il metodo standard: le botaniche vengono messe a macerare in alcool passando poi alla ridistillazione.

Il vostro è un gin che si adatta anche alla miscelazione?
Si, grazie alle note sapide che gli conferisce la salicornia. Mi viene in mente il famoso cocktail Martini nella versione dirty che vede impiegata la salamoia di olive e in cui Istmo Gin può trovare una buona espressione.

Anche nel mondo dei distillati, la scelta del nome può fare la differenza. Perché Istmo?
Volevamo un nome smart che però fosse legato al nostro territorio. L’istmo è un elemento naturale, sul Gargano ne abbiamo due: l’Istmo di Varano e l’Istmo di Lesina. Da qui Istmo Gin, dal nome, ai colori, alle botaniche scelte è sempre vivo il legame con la nostra terra.

Parliamo proprio dei colori: che cosa raccontano quelli che ci sono sulla bottiglia?
Sono tutti colori che viviamo sul nostro Gargano. Dal colore verde dei nostri boschi e della stessa pineta dell’istmo, al colore dorato della sabbia delle nostre spiagge fino alle varie tonalità di azzurro di cui si tingono il lago, il mare e il cielo. E poi ci sono le sfumature dei tramonti che infiammano il Gargano Nord. Forse non tutti sanno che sul nostro versante abbiamo questo fenomeno naturale: vediamo il sole sorgere e tramontare nel mare, i nostri tramonti sono uno spettacolo vissuto con passione dai turisti. Ecco, con Istmo abbiamo voluto raccontare anche questo, la bellezza e il gusto della nostra terra, racchiusi nel nostro distillato.

Istmo Gin

Come lo descriveresti?
Tondo per il suo gusto, che abbiamo voluto anticipare anche attraverso la forma della bottiglia a cilindro. Fresco per il mix di ingredienti che trasmettono appunto quella sensazione di freschezza piacevole da trattenere sul palato. E infine, oserei dire, appagante: ci siamo immaginati alla fine di una giornata calda, in spiaggia, al tramonto, a sorseggiare un istmo tonic, una sensazione inspiegabile che solo un buon drink sa regalare.

Come si abbina Istmo Gin a tavola?
Il pomodoro secco e la salicornia gli conferiscono un tocco gastronomico per questo può essere utilizzato tranquillamente in cucina. Si sposa bene con i piatti di mare, primi, secondi, anche se l’abbinamento che preferisco è in versione gin tonic sui crudi di mare e i carpacci. Insomma è un gastro-gin che può conquistare anche chi ama sperimentare in cucina.

Chi beve Istmo Gin?
Sicuramente chi sa bere bene. Istmo Gin può conquistare il palato di chi è alla ricerca di qualità e originalità così come i gin lovers a cui piace sperimentare l’insolito lontano dal commerciale.

Istmo è un’etichetta local destinata a farsi notare anche in un panorama più ampio. Da appassionato di gin dove ti piacerebbe vedere Istmo in futuro?
Mi auguro presto nei bar di tutta Italia ma anche al The Gin Day.

Per portarlo così lontano avrai sicuramente in cantiere dei progetti per promuoverlo…

Ci sono dei progetti in parallelo che speriamo di poter sviluppare con l’arrivo della bella stagione. Siamo in fase di organizzazione con i nostri partner e i nostri clienti tra cui ci sono anche dei ristoranti. L’idea è quella di organizzare delle serate a tema con degustazioni. Non vi resta che seguirci per scoprire tutte le novità, partecipare ai nostri eventi ma soprattutto per degustare in una splendida cornice il nostro Istmo Gin.

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