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Ipogei Capparelli di Siponto: un viaggio nel tempo tra storia e natura

Gli ipogei di località Capparelli di Siponto sono delle cavità in parte naturali,in parte scavate dall’uomo nel tempo. Sono costituite da materiale calcareo sedimentario  formatosi decine di milioni di anni fa. Di certo queste grotte avranno ospitato degli uomini primitivi e in seguito, le prime comunità cristiane di Siponto come luoghi di culto.

Funsero poi  da sepolcreti fino ad età medioevale. Servirono poi  da ricovero a pastori , armenti  e pellegrini. Alcuni sono visitabili e d recente restaurati, destano un profondo fascino  misto ad un senso di  sacralità .

A primavera, la zona degli ipogei  è ricoperta da una multiforme e profumata vegetazione rendendola  molto affascinante. E’ il periodo più bello per visitarli. Sono un vero e proprio Orto Botanico.

 Sulla parte superiore,quasi a difesa da animali ed uomini,vi sono grandi cespugli di  fichidindia (Opuntia ficus I.)  che si uniscono ad altri difficilmente districabili di Rovo (Rubus fruticosus L.), diLentisco (Pistacia lentiscus) e di edera (Hedera helix).

Le magnifiche ombrelle della  Ferula (Ferula communis L.) coprono  alla vista la parte inferiore degli ingressi degli ipogei. Immaginiamo che coloro che sono passati di qui abbiano utilizzato i fusti legnosi delle ferule per farne tavolini e sgabelli ( le “ferrizze” ) , appunto .

I fiori di campo tanti,bellissimi,multicolori danno un senso magico a questi luoghi: dal giallo vivo delle margherite  (Chrisantemum c.) al delicato biancore degli asfodeli (Asphodelus albus) all’azzurro delle Borraginacee (Borago officinalis  L.), Echium vulgare, al rosso vivo dei papaveri (Papaverum rhoeas L.) al vezzoso piegarsi al vento dei  fiori della Silene (Silene vulgaris).

Vi è poi la presenza della ricercata Cicoria (Cichorium intibum) e dell’immancabile Rucola,quella famosa di Siponto, dalle proprietà stimolanti che unita alla proverbiale avvenenza delle donne di questi posti induceva chiunque la assaggiasse a rimanervi.

Troviamo anche il Marrubio ( Marrubium vulgare  L.. ) che, secondo la medicina popolare  era rimedio ad ogni male :  “ ‘U marrugg ogn’ male strugg” .

Tra il fitto prato di Gramigna ( Agropyrum repens), di Orzo selvatico (Hordeum  unicum) e di miglio,fanno capolino le foglie e i bei fiori del Gigaro (Arum maculatum),mentre sulle pareti tufacee,grandi cespugli di Cappero (Capparis spinosa L.) descrivono cascate di grigioverde.

Completano il  prato le presenze delle belle infiorescenze di Piantaggine ( Plantago lanceolata),della Borsa del pastore (Capsella bursa pastores),della Stellaria (Stellaria media) e della sempre presente ma utilissima Ortica ( Urtica dioica).

I pastori potevano utilizzare, per coagulare il latte, il succo del Gallio (Galium verum L.) che presso gli ipogei abbonda,e per produrre la ricotta , il latice dei rametti giovani del Fico (Ficus carica).

 I viandanti   trovavano qui abbondanza di Malva (Malva Officinalis  L.) di Camomilla ( Matricaria chamomilla L.),mentre per le ferite  era utile il lattice della Calenzuola (Euphorbia helioscopia).

 Per i calli e i geloni doloranti, applicare a caldo le foglie dell’Ombelico di Venere (Umbulicus rupestris Veneriis) era un vero sollievo.

 Immaginiamo  dei bambini che scorrazzavano sui prati circostanti gli ipogei intenti a raccogliere  dei fiori: dalle bellissime margheritine ( Bellis perennis) agli Iris( Iris germanica fiorentina ) alla Carota selvatica (Daucus carota) al Millefoglio ( Achillea  millefolium). Anche la Parietaria ( Parietaria officinalis L.)   è molto presente .Il posto  offriva  molti frutti : l’immancabile olivo (Olea  europea) fichi,more di rovo,finocchio,liquirizia (Glycyrriza glabra) e tanti altri ancora.

 Ho  provato a farvi fare insieme a me  un viaggio nel tempo. Scrivendo  si sentono gli stessi profumi,si vedono gli stessi colori:  sto quasi  sognando di essere in un altro tempo , lontano dal clamore delle macchine e degli uomini

 Un luogo magico da  visitare, a pochi passi dalla città , denso di storia, di profumi e di bellezza .

 Archeoclub Siponto-Manfredonia – Articolo a cura di Aldo Caroleo

N.B. articolo pubblicato per la prima volta qualche anno fa prima dei recenti interventi che hanno in  buona parte modificato l’aspetto naturale dei luoghi.

Redazione

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