Inclusione: la storia di Samantha, dalla guerra al tirocinio in Procura
Una donna con figlie e madre scappa dalla guerra inAfrica e trova una speranza di vita migliore inItalia
Il giornalista Emiliano Moccia, sulla rivista Vita, ha raccontato – in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale” che si celebra il 21 marzo – la storia di Samantha Adiallo.
Samantha ha 39 anni, una laurea in Fisica ed è laureanda in ingegneria elettromeccanica, ed è fuggita dalla Repubblica Centrafricana a causa del conflitto che insanguinava il suo Paese. E’m arrivata in Italia con le figlie, un ipotino, e la madre. Sono arrivate prima a Scanzano Jonico e poi a Candela, dove vivono in un progetto del sistema di accoglienza ed integrazione promosso dall’Amministrazione comunale.
“Da circa un mese - scrive Moccia – la vita sta offrendo a questa giovane nonna una nuova occasione, perché Samantha sta svolgendo un percorso di tirocinio formativo ed educativo negli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia. Dal lunedì al venerdì è impegnata nell’ufficio affari dibattimentali. Nella stanza in cui segue tutta l’attività formativa, gli scaffali sono colmi di faldoni importanti per lo svolgimento dei vari processi, molti dei quali per mafia. Ma lei si muove con scioltezza, come se avesse sempre lavorato lì dentro insieme ai suoi colleghi. «Uso il computer per stampare i fascicoli, faccio fotocopie, ordino le notifiche, metto in ordine le liste testi e le porto in udienza» racconta Adiallo. «E’ un lavoro diverso rispetto alle materie che ho studiato, ma è molto interessante e sto facendo davvero una bella esperienza. In futuro vorrei diventare dottore di ricerca ed immagino di vivere in Italia con la mia famiglia per avere una vita migliore rispetto a quella che ho dovuto lasciare nel mio Paese».
Samantha non è la prima migrante a lavorare in Procura: prima di lei, infatti, altri 9 migranti richiedenti asilo o rifugiati politici hanno svolto esperienze di tirocinio formativo nella Procura di Foggia, grazie al protocollo siglato dalla cooperativa Medtraining – che in Capitanata gestisce diversi progetti Sai come quello di Candela – e la Procura della Repubblica. Una iniziativa a costo zero per la Procura e il Ministero, chiarisce il Procuratore capo, Ludovico Vaccaro: “Si tratta di un progetto che ha tanti significati e tanti valori. I migranti coinvolti, come Samantha, si formano sotto vari aspetti» evidenzia Vaccaro. «Innanzitutto, loro migliorano la lingua, migliorano i contatti con la nostra società e la nostra cultura. La Procura ne riceve un vantaggio perché svolgono un’attività che supplisce le gravi carenze di personale, di commessi, che abbiamo nei nostri uffici. A volte non sappiamo chi deve portare i fascicoli in un’udienza o chi deve trasmettere una carta da un ufficio all’altro. Dobbiamo ringraziare i tirocinanti perché ci aiutano e allo stesso tempo si formano. E poi, il loro entusiasmo contribuisce al benessere organizzativo degli uffici».
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