Cronaca

Il sindacato di Polizia FSP chiede “meno chiacchiere e più fatti”

Il segretario del sindacato Consalvi : “Vanno in pensione 60 agenti e ne arrivano meno della metà”

I recentissimi fatti di cronaca e la visita della Commissione Antimafia sono lo spunto per una analisi della  situazione da parte del Segretario Provinciale della F.S.P. Polizia di Stato Giovanni Consalvi.  “Ancora sangue nella nostra città, ed anche con troppa facilità tra minorenni – denuncia Consalvi –  Solo pochi giorni fa si è riunita a Foggia, per l’ennesima volta, la Commissione Antimafia, dopo l’omicidio della tabaccaia Franca Marasco. Purtroppo è stato ricordato quello che tutti già sappiamo: già nel ’97 Foggia era ai livelli di Palermo (…) La relazione della DIA – prosegue Consalvi – denuncia che la mafia foggiana si rafforza e si espande; però le forze dell’ordine vanno in pensione senza rafforzarsi. In un anno vanno in pensione 60 poliziotti e vengono sostituiti con meno della metà. Si chiedono rinforzi, ed alle promesse di 50 – 100 poliziotti, si danno solo soluzioni tampone e temporanee. Si propongono decreti baby gang, benissimo, ma per garantirne l’efficacia, l’applicabilità e, soprattutto, la sicurezza ci vuole personale. Sono anni – prosegue la nota – che la F.S.P. Polizia di Stato di Foggia, tramite il suo Segretario Provinciale, denuncia le criticità della Questura di Foggia. Sono anni che le donne e gli uomini dellla Polizia di Stato di Foggia e provincia, di tutte le specialità, si sacrificano con turni massacranti, per assicurare la propria presenza sul territorio. Più volte ed a gran voce è stata chiesta maggiore attenzione al nostro territorio, anche da parte dei Questori che nel tempo si sono avvicendati. A tutte queste richieste la risposta è stata un susseguirsi di Commissioni Antimafia, Commissioni per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, relazioni su relazioni, passerelle dei politici di turno, promesse elettorali ovviamente disattese, nel frattempo i colleghi andavano in pensione senza ricambio. A questo punto – conclude Consalvi – la domanda nasce spontanea ‘Non sarebbe meglio meno chiacchiere e più fatti?”.