Il pettegolezzo fa bene: è un antidoto allo stress
La scienza rivaluta un istinto sociale diffuso sin dagli albori della civiltà

Non più gesto appannaggio dei ceti sociali meno abbienti e con scarsa propensione alla cultura, utilizzato solo per aggregare in determinate occasioni di incontro, ma vero e proprio antidoto contro lo stress e la frenesia dei tempi in cui viviamo. Di recente, gli scienziati hanno studiato nei dettagli cosa avviene mentre più persone insieme, in gruppo, si dedicano al pettegolezzo, e hanno scoperto cose interessanti.
Nel 2015 uno studio pubblicato dalla National Library of Medicine ha evidenziato che le persone più appassionate al pettegolezzo mostrano una maggiore vivacità della corteccia prefrontale del cervello, la parte che presiede ai rapporti sociali complessi.
Cosa accade quando si spettegola? Gli scienziati hanno rilevato che il livello dell’ossitocina (ormone prodotto dal cervello che riduce lo stress e migliora l’umore) tende a salire, così come pure quello della dopamina (ormone che provoca sensazioni di piacere ed euforia). Per questi motivi (e non solo) spettegolare è da sempre l’attività più comune e diffusa al mondo.
Si cede al fascino del pettegolezzo piuttosto presto, già verso i cinque anni di età. Man mano che si cresce, questa attività occupa nella vita un tempo sempre maggiore, fino ad arrivare ai 52 minuti al giorno.
Stando a ciò che è emerso da alcuni recenti studi sull’argomento, solo il 15% dei pettegolezzi è malizioso o malevolo, mentre il restante 85 è una semplice condivisione di informazioni.
D’altronde il termine “pettegolezzo” non ha un’accezione necessariamente negativa, perché può indicare una conversazione tra due o più persone che parlano di terzi assenti. Si tratta comunque di uno scambio che implica solitamente vicinanza e complicità, spesso destinato a sfociare in vera e propria alleanza duratura.
E le vittime del pettegolezzo? Sapere di essere oggetto di discorso o dibattito (e magari di disapprovazione) potrebbe indurre a rivedere i comportamenti per guadagnare consenso e fiducia da parte degli altri. La reputazione non è altro che la rappresentazione condivisa di un soggetto all’interno di una comunità. Si basa sull’osservazione diretta del suo comportamento e sulle informazioni che lo riguardano, compresi ovviamente i pettegolezzi.
Intorno a questo argomento aleggiano pregiudizi di genere. Come quello che attribuisce alle donne il primato di essere più pettegole. In base ai dati raccolti dall’Università della California di Riverside durante uno studio condotto su un campione di 4000 pettegolezzi di entrambi i sessi, le donne trascorrono più tempo parlando di altre persone, ma esprimono meno giudizi personali. Dalle registrazioni ascoltate è emerso che gli uomini sono sicuramente meno logorroici, ma più giudicanti rispetto alle donne.
I ricchi sono più pettegoli dei meno abbienti, gli istruiti più dei meno colti, i giovani più degli anziani.
Spettegolare aiuta a mantenere il cervello giovane e ad evitare il declino cognitivo. D’ora in poi non dovremmo vergognarci di ammettere che ci piace chiacchierare (anche degli altri), perché i pettegolezzi sono trasversali per genere, epoca, cultura e favoriscono anche l’integrazione di persone provenienti da diverse zone geografiche. Vi pare poco?