Cronaca

Giustizia lenta, tornano in libertà i boss del Gargano: scaduti i termini processuali

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FOGGIA – Scarcerati per scadenza dei termini processuali. Con questa motivazione per sette persone a giudizio nel processo «Omnia Nostra», che vede imputati esponenti della mafia del Gargano e in particolare del clan Lombardi-Scirpoli-Raduano, il pubblico ministero ha chiesto la modifica delle misure cautelari (ai domiciliari e in carcere) con il divieto di dimora nella regione Puglia per la scadenza dei termini processuali – i 18 mesi previsti dalla legge – fissata alla fine di maggio. 

Per alcuni imputati però la scarcerazione è soltanto virtuale, poiché restano comunque in carcere per altri reati. E’ il caso di Francesco Scirpoli, considerato esponente di spicco del clan che nonostante la modifica della misura cautelare resta in carcere, perché sta scontando la condanna definitiva a otto anni e quattro mesi di reclusione per un assalto ad un furgone blindato. Tra gli scarcerati che restano in carcere anche Michele Lombardi, 34 anni di Manfredonia, ritenuto dagli inquirenti uno dei capi dal clan. L’uomo sta scontando una pena all’ergastolo perché riconosciuto mandante e uno degli esecutori dell’omicidio di Giuseppe Silvestri, assassinato il 21 marzo del 2017 a Monte Sant’Angelo.

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