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“Foggia non si Lega”, petizione online per chiedere le dimissioni del sindaco Landella

Foggia – Sulla piattaforma online Change.com sta raccogliendo numerose firme la petizione lanciata dal gruppo “Foggia non si Lega“.

Nato come gruppo Facebook, Foggia non si Lega è diventato presto la viva espressione di tutti quei foggiani che si sono schierati contro il passaggio del sindaco di Foggia, Franco Landella, da Forza Italia alla Lega.

Ora il gruppo chiede le dimissioni del primo cittadino con questa petizione che ha superato le 1000 firme (al momento in cui si scrive) e punta a raggiungere quota 1500.

Dopo la manifestazione di protesta dei cittadini foggiani davanti al Comune al grido di “Foggia non si vende” e “Foggia non si Lega”, è partita quindi una vera e propria petizione online.

Ecco il testo: “Uno scempio mai visto per i foggiani di qualunque estrazione, sociale, culturale, politica, perché la tracotanza di Landella ha superato ora ogni limite, ogni decenza con un gesto che non è né di destra né di sinistra, né laico ne cattolico, né progressista né liberista. Consegnare la Casa comunale a Salvini, auspicare che in quel palazzo arrivi a sventolare la bandiera leghista, è come vomitare su Foggia e sui suoi figli.”

La città di Foggia è passata agli onori della cronaca nazionale per essere la prima grande città del Sud ad essere passata alla Lega Nord di Salvini senza per giunta un procedimento elettorale consapevole e cosciente dei cittadini.
Si perchè come tutti ormai sappiamo la città è stata a detta dello stesso Sindaco “consegnata nelle mani di Salvini”, lei e tutti i suoi “160 mila abitanti detenuti”, ed ora “sul campanile del Comune svetta la bandiera della Lega”.

Queste sono state le terribili e scandalose parole proferite durante la seduta straordinaria in Comune alla presenza del leader del partito razzista Matteo Salvini, lì presente senza nessun titolo istituzionale.
Parole che hanno scatenato un putiferio, con indignazione e manifestazioni da parte di tutta la società civile, compresi i suoi elettori, rimasti costernati da tali arroganti e svilenti affermazioni.

Quali motivi ideologici forti hanno spinto questa svendita, questo tradimento della propria comunità e dei propri valori storici?
La spinta della carriera individuale della cognata del sindaco stesso.

Questa petizione si rivolge trasversalmente a tutta la cittadinanza, di tutti i colori politici, per dire che la nostra città, in cui viviamo e lavoriamo ogni giorno, NON E’ UNA PEDINA DI SCAMBIO PER LOSCHI AFFARI PRIVATI.

Donne, giovani, lavoratori, studenti, imprenditori, liberi professionisti, associazioni, migranti, cittadini organizzati e liberi, dobbiamo come non mai essere UNITI questa volta per liberare la città da questa asfissiante malamministrazione che ha oggettivamente superato ogni limite consentito trattando il Comune, la casa di tutti, come una proprietà per le proprie trattative familistiche.

La Lega Nord inoltre non è un partito come un altro per noi gente del Meridione. Aldilà degli innumerevoli episodi di razzismo conclamato, difficilmente mascherati per ipocriti fini utilitaristici, il partito di Salvini rappresenta un vero e proprio pericolo per la tenuta democratica.

Dai 49 milioni pubblici spariti, alle leggi incostituzionali, dall’autonomia differenziata alle leggi e le varie leggi a vantaggio del nord fino ai saldi rapporti con gli estremisti neo-nazisti di tutto il mondo (pronti alla prima occasione a schierarsi contro l’Italia).

Cambiare casacca così, con questi modi, con questi termini e per questi colori che qui a Sud non sono possono che essere disprezzati, è un oltraggio alla dignità di tutti noi. Il rinascimento dauno, la primavera foggiana può partire solo dalle DIMISSIONI senza appello di questo ignobile soggetto”.

Redazione

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