Cronaca

Foggia, l’imprenditore Michele D’Alba rinviato a giudizio

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FOGGIA – È stato rinviato a giudizio l’imprenditore foggiano, di origini manfredoniane, Michele D’Alba. Il processo prenderà il via ai primi di dicembre nel tribunale di Foggia. L’accusa nei confronti dell’imprenditore è di favoreggiamento alla criminalità organizzata aggravato dalla mafiosità. 

” L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari – scrive il Corriere del Mezzogiorno –  partì nel 2020 e riguardava le attività gestite all’epoca dall’imprenditore foggiano: le coop Tre Fiammelle e Lavit, la lavanderia industriale negli ospedali pugliesi. Secondo la tesi dell’accusa D’Alba avrebbe omesso “di denunciare all’autorità di essere sottoposto ad estorsione e di versare, a tale titolo, somme di denaro contante all’associazione di stampo mafioso denominata Società Foggiana dal 2017 fino al 2020”.
Ad accusare D’Alba alcune intercettazioni di esponenti della criminalità organizzata foggiana che spiegavano come farsi pagare da alcuni imprenditori ma anche alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Tra questi Giuseppe Francavilla che agli inquirenti avrebbe ammesso che l’imprenditore foggiano “pagava 2.500 euro ma poi si è lamentato perché gli affari andavano male e gli hanno abbassato la tangente. Ha pagato fino al 2018, quando sono stato arrestato pagava. Lo so con certezza perché arrivavano i soldi di D’Alba anche se l’estorsione era gestita dalla batteria Moretti. A quell’epoca pagava 2000 o 2500 euro al mese”. Inoltre il riferimento a D’Alba comparirebbe nella “lista delle estorsioni” della Società: “Tre Fiammelle, 4mila ogni tre mesi” c’era scritto nell’elenco sequestrato dagli investigatori. Da parte sua D’Alba ha sempre respinto ogni addebito sostenendo di non essere mai stato vittima delle estorsioni da parte della criminalità organizzata”, conclude il Corriere del Mezzogiorno.

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