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Foggia e la leggenda della ragazza morta nella piscina ex Gil di via Da Zara

Foggia – Continua il nostro viaggio tra le leggende che si racconto in città. Oggi vi parleremo, grazie al contributo di Ettore Braglia, conoscitore della storia locale di Foggia, della leggenda che vede protagonista la piscina ex Gil di via Da Zara, trasformata ora nel nuovo polo universitario di Foggia, intitolato all’onorevole Franco Cafarelli.

Nella piscina di via Ammiraglio Da Zara morirono due donne, mamma e figlia rispettivamente di 50 e 20 anni. La vicenda creò sgomento in città, soprattutto per le assurde circostanze in cui avvenne.

Le due donne, in particolar modo, si trovavano nella piscina e la più anziana (desiderosa di riprendere dimestichezza con il nuoto dopo anni di (“astinenza”) erano ai bordi della piscina, la figlia al suo fianco.

A causa di una scivolata le donne caddero nella piscina e morirono annegate. Ebbene, a distanza di anni dal quel tragico episodio, cominciò con insistenza a circolare in città una “storia” raccontata anche da alcune Riviste di Foggia che, pur a riviverla solo per sentito dire, mette i brividi addosso, richiamandosi a quel dramma familiare. Pare che, in una serata invernale di qualche tempo dopo, una coppia di foggiani, tali Alfredo Rizzi e Rocco Annecchino si sarebbe trovata in via Ammiraglio Da Zara proprio nei pressi della piscina dove avvenne l’incidente e avrebbe notato la presenza di una bella ragazza bruna dai capelli lisci.

«Sembrava una di quelle modelle che escono in televisione», avrebbero in seguito raccontato i due agli amici, quasi increduli dell’avventura vissuta. La coppia si sarebbe, dunque, avvicinata alla ragazza e questa avrebbe chiesto loro di accompagnarla in città.

Salita in auto, stando sempre al racconto, avrebbe inventato subito una scusa per giustificare la sua presenza in quel luogo in un orario un po’ insolito, affermando di essere stata lasciata lì dal suo fidanzato, a seguito di un litigio. Giunti in città, l’uomo alla guida avrebbe chiesto alla ragazza dove preferiva essere lasciata.

«Vicino al cimitero» sarebbe stata la secca risposta. Arrivati a destinazione, la ragazza sarebbe scesa dall’auto, dirigendosi verso il piazzale antistante il camposanto. La coppia in auto, dal canto suo, magari per accompagnare con lo sguardo la giovane donna (considerato anche che le abitazioni più vicine erano abbastanza lontane dalla zona), si sarebbe soffermata a seguirne il passo.

Ed è proprio a questo punto che, con loro grande meraviglia, avrebbero visto la ragazza imboccare il viale di pini del cimitero e varcare la soglia d’ingresso del cimitero, pur essendo perfettamente chiuso.

Memori allora di quella tragedia che colpì profondamente la comunità foggiana, hanno così collegato le due vicende, sentendosi subito correre un brivido lungo la schiena. Da allora, è sorta questa “leggenda metropolitana” che ha catturato l’interesse di alcune riviste di Foggia.

Che sottolineano come, in seguito, si sia sparsa anche la voce che ogni notte alla piscina di via Ammiraglio Da Zara si aggirerebbe una bella ragazza che compare e scompare all’improvviso e che si sentono dei lamenti che provengono dalla piscina stessa.

A cura di Ettore Braglia

Redazione

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