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Foggia e la leggenda del lupo mannaro

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Foggia – Continua il nostro viaggio tra le leggende foggiane, dopo avervi parlarto della leggenda legata alla piscina ex Gil, a quella che vede protagonista una ninfa della Foresta Umbra, dopo avervi raccontato la storia del fantasma della Villa Comunale e del fantasma del monacello che si aggira nel cuore del centro storico, oggi vi raccontiamo la leggenda del lupo mannaro.

Questa leggenda ha come sfondo il mercato Ferrante Aporti a Foggia, oggi non esiste più perché al suo posto c’è una Pinoteca comunale ma la stessa storia, se non per qualche sfumatura diversa, viene ripresa in altre località rurali della Puglia e della Campania.

Qui viveva una coppia di freschi sposi. Un contesto di felicità estrema, perchè semplice e umile. Marito e moglie si vogliono molto bene, si aiutano, si rispettano e vivono di buon accordo. C’è solo un piccolo neo nella piazza. Una volta al mese, di notte, lui esce e non fa ritorno a casa che al mattino dopo.

Alla moglie, senza dar troppe spiegazioni, raccomanda solo questo: “Non aprire mai la porta se prima non ho bussato tre volte”. La donna, senza far troppe domande, obbedisce. Però la curiosità è femmina e l’invidia delle presunte amiche, quando fa il paio con le chiacchiere indiscrete, fa più danni della grandine.

E così, sobillata dai dubbi delle furbe, la sposa decide di attendere, pazientemente, che giunga la notte fatale per entrare in azione. La notte, quella lì, sarà fatale. Il marito, giunta la notte di plenilunio il più splendente, esce di casa profondendosi nelle solite raccomandazioni. La moglie finge di annuire. Passa un po’ di tempo e la donna inizia a sentire colpi forti alla porta. Li ha sempre sentiti, in fondo.

E poi non sono quei tre che fanno segnale di via libera. Urla, grida e tonfi. Cose di sempre, in fondo. Non stavolta. La signora, consunta dalla curiosità, spalanca la porta e si trova di fronte un terribile lupo nero che subito l’azzanna alla gola, la uccide e poi la sbrana.

Quel lupo, ahi loro, era il marito. Colpito da una maledizione antica che gravava in capo alla sua famiglia facevano i fornai nei pressi del mercato, per lavorare di notte quando non potevano riposare, era un lupo mannaro. Il mattino dopo, riavutosi dalla crisi di licantropo, si sveglia nel sangue della moglie. E si ammazza, pieno di dolore e di rimorso.

A parte la leggenda, un lupo mannaro è veramente esistito al mercato Ferrante Aporti, probabilmente lo pseudo licantropo era affetto da una grave forma di asma, che gli impediva di respirare e di notte ululava spaventando e svegliando gli abitanti del rione.

A cura di Ettore Braglia

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