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“Se foste foggiani cosa fareste?”, così Le Iene raccontano la Società Foggiana

Foggia – E’ appena andato in onda il servizio de Le Iene su Italia Uno che ha visto come protagonista la Quarta Mafia e la città di Foggia, città messa duramente alla prova all’inizio del 2020 da un omicidio, continue bombe, intimidazioni e azioni criminali ai danni di imprenditori e commercianti.

La Iena Gaetano Pecoraro è arrivato a Foggia per raccontare la difficile situazione in cui versano i foggiani, costretti a convivere con una mafia crudele ed “emergente”, che agisce senza pietà e che non è solo manodopera, è molto di più, è una mafia che si nasconde dietro ai poteri forti.

Pecoraro ha ripercorso la violenta escalation criminale con la quale si è aperto il nuovo anno. “Camminando per le strade di Foggia sembra di essere in guerra. Ma chi sta bruciando Foggia? Secondo gli inquirenti sarebbe la Società Foggiana, una mafia estremamente pericolosa che con il tempo è riuscita ad affermarsi sul territorio”, afferma la Iena.

Lo strumento principale della mafia foggiana è la paura. Non ha clan ma è divisa in diversi gruppi principali, dette batterie. Sono famiglie che si uccidono tra di loro per strada a sangue freddo, sotto gli occhi di tutti.

Pecoraro ripercorre la storia del 53enne Roberto d’Angelo ucciso dalla mafia foggiana per essersi ribellato al pizzo. “Qui tutti pagano l’estorsione. La somma che l’organizzazione ti chiede devi pagarla per forza”, afferma il procuratore capo di Foggia Ludovico Vaccaro.

Ludovico Vaccaro

“La mafia foggiana è violenta, brucia le macchine di chi non paga. I negozianti sono tartassati dalla criminalità”, continua Vaccaro.

“A Foggia le bombe esplodono quasi ogni notte, anche durante la nostra visita”, queste le parole della Iena che era a Foggia per girare questo servizio la notte in cui la mafia ha colpito il centro per anziani “Il Sorriso di Stefano“.

“Io vivo con la pistola, vivo in guerra”, afferma un imprenditore che preferisce rimanere anonimo perchè ha avuto il coraggio di denunciare e qui se denunci la vita te la rendono impossibile.

Ma se questo imprenditore volta le spalle alla criminalità e si ribella molti altri commercianti foggiani fingono di non vedere, ormai si sono abituati a vivere a stretto contatto con la mafia. Qui la mafia sembra essere diventata normalità, parte integrante della società, sono “amici”. Per paura la gente non denuncia, si rifugia nell’omertà e nel silenzio.

Le continue ed esasperate minacce della Società Foggiana, purtroppo, portano inevitabilmente diversi commercianti a scendere a compromessi. “Non posso dire niente”, “Non ne so nulla”, “Non voglio parlare di questo argomento”, queste le risposte di numerosi commercianti foggiano quando la Iena chiede di parlare delle continue richieste di pizzo da parte dei mafiosi foggiani.

Questi commercianti apparentemente potrebbero sembrare codardi ma alzarsi la mattina e tirare su la serranda della loro attività, giorno dopo giorno, è sempre più difficile in questa città.

“Questa è foggia”, esclama una donna ormai visibilmente esasperata dall’orribile piega che la nostra città ha preso e che l’ha resa un luogo infernale nel quale vivere, una città temuta nella quale è veramente difficile riuscire ad investire nonostante le grandi potenzialità di questa terra.

Pecoraro ha interrogato alcune persone vicine ad esponenti della batteria Sinesi sulle recenti vicende di cronaca che hanno interessato la città di Foggia. “La natura umana è fatta così, non c’è spiagazione alla violenza”, afferma un uomo tra un sorriso e una risata nervosa.

“Prima si usavano le mani, si litigava ma poi ci si stringeva la mano, la nuova generazione (mafiosa) non la conosco, fa paura”, afferma un pregiudicato.

La Iena Pecoraro lascia i telespettatori italiani con un interrogativo: “Se voi foste foggiani cosa fareste?”, una domanda che a noi foggiani suona davvero in modo strano, noi siamo foggiani, viviamo in questa bellissima ma amara città, e cosa facciamo?

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