Attualità

“Foggia, Foggia mia Sembri un miraggio“ la poesia di un lettore

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Foggia, Foggia mia
Sembri un miraggio
Quando esco dalla ferrovia
E imbocco primo maggio.
È un colpo che assorbo di botto
Uscire dalle porte della stazione
Spicca il palazzo dell’acquedotto
Lo scorgo, passato il fontanone.
È una gioia incommensurabile
Percorrere il viale alberato
È altrettanto inenarrabile
Sentirmi finalmente arrivato.
Son le 5 e mezzo di mattino
L’aria è quella che ho sempre respirato
Vengo dalla lontana Torino
Dove da anni son trapiantato.
L’amore s’è amplificata
Lontano non si può stare,
Lo penso nella camminata
Che purtroppo mi tocca fare
Con il trolley e il borsone
Arrivo al pronao della villa,
Le colonne sono il cordone
Dellla fontana che zampilla.
Resto attonito e basito
Quando sento di getto
Un uomo ben vestito
Esprimersi in dialetto
Non non ci posso credere
Sto proprio nella mia città
Allegramente posso incedere
Respirando in piena libertà

di Ciro Fanelli

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