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Coronavirus, gravidanza senza rischi: parola della ginecologa del Riuniti di Foggia

La vita va avanti anche al tempo del Coronavirus. Sono tante le donne che stanno portando a termine una gravidanza in piena emergenza sanitaria. Un’emergenza che gli ospedali stanno cercando di gestire al meglio per garantire alle future mamme un percorso sereno.

Al Policlinico Riuniti di Foggia sono presenti due percorsi separati: quello covid e quello no covid, per consentire così alle donne in attesa di poter usufruire dell’assistenza necessaria ma garantendo al tempo stesso il massimo della sicurezza come la presenza di una sala operatoria e una sala parto apposita: anche il personale è adeguatamente formato e dotato degli indispensabili presidi di sicurezza personale.

Al momento, (riferito al periodo fino all’8 aprile) presso il Reparto di Ostretricia vige una situazione di tranquillità: non ci sono casi di gravide covid. Le visite ambulatoriali del Reparto di Ginecologia sono state sospese per garantire soltanto le urgenze ostretiche e ginecologiche e le emergenze covid.

Ma i dubbi e le paure delle mamme non mancano: abbiamo provato a metterci nei panni di una di loro e a a parlarne con la dott.ssa Tiziana Celeste, dirigente medico presso l’Ostretricia Ospedaliera degli Ospedali Riuniti di Foggia e responsanbile del servizio IVG sempre del Policlinico.

dott.ssa Tiziana Celeste

Coronavirus e nome igieniche: in gravidanza serve un’attenzione in più?

Attenersi alle norme igieniche delineate dal Ministero è molto importante. Bisogna prendere tutte le precauzioni possibili come lavarsi spesso le mani per almeno 60 secondi con sapone ed volta che si entra in contatto con superfici potenzialmente infette. Indossare mascherine chiurgiche usa e getta. Queste vanno maneggiate prendendole per i lacci.

Non bisogna riporle nella borsa per poi riutilizzarle perché altrimenti diventerebbero un veicolo di infezione. Attenzione quindi anche al corretto utilizzo dei dispostivi di protezione e alle fake news su quello che è efficace oppure no.

Sono incinta e presento dei sintomi a carico delle vie respiratorie: che cosa devo fare?

Generalmente questi sintomi sono riconducibili a quelli di una classica influenza: avremo secchezza di naso, mal di gola, tosse, difficoltà respiratorie, dal respiro affannoso al bisogno d’aria.

Bisogna in prima battuta rivolgersi al medico curante telefonicamente per avere ulteriori chiarimenti. Ma se la situazione si aggrava bisogna rivolgersi ad un pronto soccorso ostretico-ginecologico.

La gravidanza potrebbe espormi ad un maggiore rischio di contrarre il covid19?

La gravidanza comporta un cambiamento del sistema immunitario pertanto, le donne in dolce attesa, risultano più esposte al rischio di contrarre infenzioni virali e respiratorie.Tuttavia, al momento, non ci sono dati scientifici e casi noti in letteratura che possano associare la gravidanza ad un aumento del rischio di contrarre il coronavirus.

Questo rischio aumenta qualora la gravida presenti una condizione di comorbilità: vale a dire abbia ulteriori patologie come il diabete gestazionale, l’ipertensione o l’obesità che vanno a compromettere il suo stato di salute.

Sono incinta e sono positiva al coronavirus: quali rischi per il decorso della gravidanza?

Il coronavirus è un virus mai conosciuto prima d’ora pertanto tutti gli studi scientifici sono in corso d’opera: al momento, sui dati forniti dai primi studi effettuati in Cina, non sono stati segnalati effetti del coronavirus sul decorso della gravidanza.

Va precisato che, contrarre un’infenzione in gravidanza anche da altri virus, aumenta il rischio di aborto spontaneo mentre una febbre elevata nel primo trimestre – come uno dei sintomi del coronavirus – potrebbe aumentare il rischio di problemi al feto.

Ma si tratta di rischi contemplati anche prima del coronavirus che, al momento, non sembra avere degli effetti compromettenti sulla gestazione.

Sono covid positiva: posso trasmettere il virus a mio figlio come accade ad esempio per l’HIV?

Gli studi attuali hanno escluso la trasmissione diretta da madre a figlio del covid19 in caso di bambini nati da madri covid positive. I test effettuati hanno dimostrato che nessun neonato presentava il virus.

Tracce del virus non sono state riscontrate nemmeno nel liquido amniotico, nel sangue del cordone ombelicale e nella placenta: questo accade perchè il covid19 è un virus di grosse dimensioni – si parla di circa 500 micron – che non riesce pertanto a penetrare la barriera ematoplacentare. La sua diffusione pertanto non avviene nè durante la gravidanza nè al momento del parto.

Ho contratto il coronavirus: devo fare il taglio cesareo?

In merito al parto, va segnalato che è preferibile prediligere il parto per via naturale, poichè il taglio cesareo già di per sè comporta dei rischi come l’aumento della mortalità materna, trattandosi di un vero e proprio intervento chirurgico.

Ad ogni modo la situazione va valutata caso per caso. Da escludere invece il parto in acqua poiché di recente è stata dimostrat una diffusione fecale del coronavirus.

Ho appena avuto un bambino ma sono covid positiva: come mi comporto?

Se la madre è asintomatica e riesce a gestire il neonato è preferibile una gestione congiunta attraverso il rooming per madre e neonato. La madre dovrà comunque adottare tutte le precauzioni del caso. E’ una scelta che si tende a preferire anche su suggerimento dell’OMS per permettere l’interazione tra madre e neonato e l’avvio dell’allattamento. Qualora invece la madre abbia dei sintomi ed una condizione che non le consente di prendersi cura del neonato i due devono essere temporaneamente separati.

Ho il coronavirus: posso allattare il mio bambino?

Gli ultimi studi condotti hanno confermato l’assenza di trasmissione verticale tramite latte materno da madre a figlio. I test sono stati effettuati sul colostro e poi ripetuti a diversi giorni dal parto su donne covid positive. Il contagio pertanto può avvenire solo attraverso lo stretto contatto tra il neonato e la persona infetta.

La Società Italiana di Neonatologia ribadisce comunque l’importanza di favorire l’allattamento al seno: è un alimento assenziale dell’alimentazione infantile attraverso cui si costruisce il sistema immunitario del neonato. Privarlo, soprattutto in un momento come questo, potrebbe essere controproducente.

Infatti, qualora il quadro clinico della madre covid positiva dovesse aggravarsi, si consiglia la spremitura del latte materno che potrà essere comunque sommnistrato al neonato, previa valutazione della compatibilità tra l’allattamento e i farmaci che la stessa dovrebbe assumere.

Ho un bambino piccolo e voglio proteggerlo dal coronavirus: come fare?

Anche per quanto riguarda i bambini non ci sono studi scientifici che al momento dimostrino una maggiore suscettibilità del bambini al nuovo coronavirus. Come per le altre infezioni respiratorie, può esserci una fetta di popolazione infatile predisposta all’infezione a causa di altre patologie che condizionano lo stato di salute degli stessi.

Anche per i più piccoli devono essere seguite scrupolosamente le regole di igiene previste, abituarli ad usare il dispostivo di protezione, disinfettare spesso gli oggetti e i giocattoli con cui il bambino entra in contatto.

Abituarlo a lavarsi spesso le mani o lavargli spesso le mani, quando questo non è possibile, prediligere i disinfettanti in gel. I bambini devono evitare il più possibile il contatto con persone malate.

Le manifestazioni clinche del coronavirus nei bambini sono simili a quelle degli adulti con una sintomatologia più lieve accompagnata a volte da dissenteria.

Visite di controllo in gravidanza e coronavirus: come mi comporto?

Il Ministero della Sanità ha garantito e tutelato il percorso nascita: questo significa che l’attività ambulatoriale persiste negli ospedali per garantire il controllo delle gravidanze mentre sono stati sospesi i corsi preparto per evitare situazioni di affollamento. Rimandate invece le procedure come amniocentesi e la villocentesi su donne che presentano qualche sintomo.

Infine, una notizia riportata dal Messaggero parla di una protezione ulteriore che gli estrogeni della gravidanza possono fornire alle donne: cosa si può dire a questo proposito?

Gli estrogeni sono gli ormoni femminili che rappresentano una barriera naturale protettiva contro alcune pataologie come quelle cardiache. Al momento, non c’è ancora un’evidenza scientifica che confermi il ruolo protettivo degli estrogeni dal coronavirus.

E’ interessante notare come, secondo i primi studi effettuati finora, le donne sembrino essere meno a rischio degli uomini. Una motivazione potrebbe essere individuata anche negli stili di vita.

Un fattore da tenere in considerazione è il fumo: i fumatori sarebbero maggiormente esposti al rischio di contrarre il coronavirus. Nella categoria, le donne restano ancora un numero inferiore rispetto agli uomini.

Tiziana Celeste

Dalila Campanile

Giornalista pubblicista, addetta stampa e digital PR. Sin da piccola non ho mai smesso di coltivare una delle mie più grandi passioni: la scrittura. Dopo l’esperienza di redattrice presso il giornalino scolastico delle scuole medie “Il SottoSopra”, ho capito che la mia strada sarebbe stata quella: non mi sono mai fermata, intraprendendo numerose collaborazioni con le testate locali, specializzandomi in articoli di costume. Poi sono arrivate le collaborazioni per gli uffici stampa e la comunicazione digitale. Dopo la laurea in legge – la mie materia preferite? Inevitabilmente Diritto Commerciale e Diritto delle Comunicazioni – ho seguito numerosi corsi di aggiornamento e specializzazione per affinare le mie doti comunicative. La mia missione? Far circolare le buone notizie e raccontare il bello che ci circonda, perché non bisogna mai darlo per scontato.
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