Attualità

Festa della Liberazione, protagoniste e protagonisti della Resistenza in provincia di Foggia

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Come tutti ben sanno oggi è il giorno in cui l’Italia intera festeggia l’anniversario della Liberazione.

Quando si parla di Liberazione italiana si deve inevitabilmente fare riferimento a coloro che hanno in buona parte contribuito a far sì che l’Italia riuscisse a combattere e, successivamente, a salvarsi dalla dittatura fascista: i partigiani.

I festeggiamenti nascono dalla proposta del l’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi che il re Umberto II, principe e luogotenente del Regno d’Italia, accolse. Così il 22 aprile 1946 fu emanato un decreto legislativo luogotenenziale che dichiarava il 25 Aprile festa nazionale.

Questa verrà però istituzionalizzata solo il 27 maggio 1949 con la legge 260. Ogni anno perciò si tengono in tutta la penisola manifestazioni pubbliche che vogliono sensibilizzare al ricordo di tutti quelli che persero la vita per la libertà del paese.

In particolare oggi parleremo delle eroine e degli eroi del nostro territorio. Uno degli episodi più importanti e rappresentativi di questo periodo è di certo quella della rivolta delle donne di Monteleone di Puglia contro il governo fascista.

Questa rivolta fu addirittura una delle prime rivolte di massa contro la dittatura fascista. Accade nell’estate del 1942, precisamente il 23 Agosto che un gruppo di 200 donne assaltassero la caserma dei carabinieri, per poi incendiare il municipio e tagliare i fili del telegrafo.

La forte rivolta, durata un’intera giornata, era motivata dalla fame: venne vietata la molitura dei cereali e la chiusura del mulino per evitare macinazioni clandestine da parte delle autorità.

Bisogna sapere però quale fu l’episodio che creò giustamente questo senso di ribellione: un gruppo di militari strappò ad alcune donne in fila davanti a un forno le ceste di granoturco da destinare all’ammasso invece che al consumo delle famiglie.

La maggior parte di loro vennero imprigionate e subirono interrogatori e processi per anni fino al 1950, quando la Corte di Appello di Bari riconobbe i reati estinti grazie all’amnistia del 1948.

Una delle cose più curiose di questa storia è proprio il suo affidamento negli anni alla tradizione orale. Verrà riconosciuta e “sistemata” storicamente grazie all’intervento di studiosi e ricercatori dell’Amministrazione Comunale. 

Riconosciuta è anche la storia di Ugo Nicola Stamenato a Foggia l’8 Gennaio del 1908, sin da giovane fu un forte sostenitore dell’antifascismo e infatti non aderì al Partito Nazionale Fascista.

A causa di questa sua scelta fu arrestato nel ’39. Dopo quattro mesi verrà liberato ma come Sorvegliato Speciale.

Quando arrivò la guerra in Etiopia dovette partire per partecipare alla guerra con il grado di sergente.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale decise di rimanere a Roma e si arruolò nel gruppo clandestino di Resistenza “Movimento Comunista d’Italia-Bandiera rossa”.

Venne presto arrestato per la sua appartenenza a questo gruppo e torturato. Successivamente verrà trasferito al carcere di Regina Coeli dal quale, il 24 Marzo del ’44, viene prelevato per essere ucciso insieme ad altri 334 uomini.

A lui verrà intitolata dall’amministrazione Comunale di Foggia nel 1997 una via nel Rione Martucci: Vico Ugo Stame.

Altrettanto importante è anche il contributo di Balda Di Vittorio, detta BaldinaNacque a Cerignola nel 1920 fu sin da subito attiva politicamente entrando a far parte delle organizzazioni della gioventù comunista francese.

Nel 1938, successivamente alla sua iscrizione al Partito Comunista Italiano e allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, fu arrestata dalle autorità d’oltralpe a Rieucros. Solo dopo il crollo della Francia riuscirà a scappare in America con suo marito, Giuseppe Berti.

Qui partecipò alle attività dei gruppi antifascisti di New York. Dopo la fine della guerra riuscì a tornare in Italia dove divenne dirigente dell’UDI (Unione Donne in Italia), poi nel ’63 fu eletta deputato per il PCI, che l’aveva candidata nella Circoscrizione di Bari, e nel 1968 divenne senatrice. Baldina negli ultimi anni di vita, si dedicò all’Associazione culturale ‘Casa Di Vittorio’ (prende il nome da suo padre Giuseppe), di cui è stata Fondatrice e Presidente.

La finalità dell’associazione, come leggiamo sul sito web, è quella di “promuovere la conoscenza della vicenda umana e dell’opera sindacale e politica di Giuseppe Di Vittorio, con particolare riferimento alle esperienze storiche e sociali dei lavoratori pugliesi, e più in generale alla storia del Mezzogiorno d’Italia”.

Morì nella sua cara città natale il 2 Gennaio del 2015.  L’8 Marzo 2018 è stato intitolato a suo nome l’asilo nido comunale di Cerignola.

Da non dimenticare sicuramente è la storia di Marco Apruzzese nato a Bovino il 2 ottobre 1913. Fu anche lui antifascista sin da giovane e nel 1941 venne imprigionato a Gaeta con l’accusa di autolesionismo.

Dopo essere stato trasferito a Peschiera, nel 1943 fu deportato nel lager di Dachau. Verrà liberato poi dagli Alleati nel 1945 e portato in Italia.

Una volta tornato diede la sua testimonianza degli orrori subiti durante il suo internamento.

Tutte queste storie sono una piccola, ma essenziale, parte di ciò che è stata la Resistenza o comunque l’attivismo antifascista più vicino a noi geograficamente.

Purtroppo quest’anno potremo solo festeggiare e appunto ricordare tutto gli avvenimenti legati a questo giorno stando a casa.

Nonostante ciò bisogna vedere il lato positivo di questa cosa, ovvero che lo stiamo facendo tutti per il bene comune e quindi anche noi, seppur in circostanze e modi molto differenti, in qualche modo stiamo lottando non solo per salvare vite, ma anche per cercare di tornare più motivati e forti di prima alla vita di tutti i giorni.

Fonti: Wikipedia, ANPI.it, rassegna.it, casadivittorio.it, lanotiziaweb.it

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