Città capoluogo

Fabbricato in via San Lorenzo: Piemontese ricostruisce una vicenda lunga 17 anni

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FOGGIA – “Quella che si avvia oggi, con la demolizione del fabbricato abusivo di via San Lorenzo, è la conclusione di un percorso amministrativo lungo, complesso e spesso segnato da rallentamenti che hanno trasformato uno scheletro di cemento in un elemento di degrado che resisteva nel cuore di Foggia da oltre quindici anni. Per questo considero l’avvio dei lavori un risultato importante per tutta la città”.
Così il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, che da assessore con delega al Demanio aveva avviato l’iter tecnico–amministrativo necessario per procedere alla demolizione del manufatto.

L’importanza dell’azione pubblica che riesce ad affermarsi è maggiore del quadro economico dell’intervento che ammonta a 70 mila euro, risorse destinate alla demolizione, alla rimozione dei materiali e al primo ripristino dei luoghi.
“Quel rudere, sospeso dal 2008, rappresentava un rischio per la sicurezza e un simbolo di abbandono che nessuna città può permettersi”, sottolinea Piemontese, aggiungendo che “come Regione Puglia, abbiamo garantito la competenza tecnica e la capacità amministrativa necessarie per portare a termine un procedimento che sembrava senza via d’uscita. Oggi si apre finalmente una fase nuova: quella della restituzione di un pezzo di città alla sua comunità”.

Piemontese sottolinea il valore più ampio dell’intervento: “La cura del bello non è un vezzo: è un dovere delle istituzioni. Una città che ritrova ordine, decoro e spazi restituiti alla vita collettiva è una città che si rimette in cammino. Ogni volta che eliminiamo un pezzo di degrado, apriamo uno spiraglio per una Foggia più vivibile e più rispettata”.

Il Comune di Foggia ha già manifestato l’intenzione di acquisire i suoli per potervi realizzare un piccolo spazio verde in un’area densamente urbanizzata.
“Il bello – aggiunge il vicepresidente della Regione Puglia – non è un concetto astratto: è illuminazione, è sicurezza, è pulizia, è qualità architettonica. È anche la possibilità che un luogo degradato diventi domani un piccolo spazio verde, un punto di incontro, un angolo urbano che non genera paura ma appartenenza”.

Infine, un ringraziamento: “Questo risultato è frutto della collaborazione tra Regione Puglia e Comune di Foggia: quando si lavora insieme con serietà – conclude Piemontese – anche le vicende più incancrenite trovano finalmente una soluzione”.


Una vicenda lunga 15 anni.
La demolizione d’ufficio si è resa necessaria perché, nonostante i ripetuti solleciti, il privato non ha mai ottemperato all’ordinanza comunale, che oggi è definitiva e non più contestabile.
Nel frattempo, quel manufatto incompiuto ha continuato a rappresentare una situazione di degrado e pericolo per il quartiere, rendendo urgente e indifferibile l’intervento ai sensi del DPR 380/2001.
La vicenda nasce tra il 2005 e il 2007, quando il SUAP del Comune di Foggia rilasciò due permessi di costruire per demolire e ricostruire alcuni fabbricati in via San Lorenzo.
A lavori avviati, però, la Regione Puglia segnalò che una parte dell’edificio ricadeva su suolo tratturale demaniale, vincolato dal punto di vista storico-archeologico.
Da qui parte il procedimento di autotutela: vengono sospesi i lavori, accertata l’illegittimità dei titoli edilizi e annullati gli stessi, con ordine di ripristino completo.
Per anni si è tentato di regolarizzare la situazione attraverso la dismissione dell’area demaniale: nel 2011 partì la richiesta di acquisto da parte del privato, la Regione Puglia autorizzò la sdemanializzazione e la vendita, ma la procedura si bloccò definitivamente per il mancato pagamento del rorrispettivo da parte del privato.
Nel 2024, su impulso dell’allora assessore regionale al Demanio, Raffaele Piemontese, la Regione revocò tutto e archiviò la vicenda.
Intanto il manufatto è rimasto fermo esattamente dov’era: una struttura allo stato rustico, di cui circa 60 metri quadrati costruiti su un tratturello demaniale, trasformata nel tempo in un luogo di abbandono e insicurezza. Una perizia tecnica regionale ha certificato anche che non sarebbe stato possibile limitarsi a una demolizione parziale, perché l’intera struttura è ormai un corpo unico.
Per questo, nel novembre 2024 il Comune di Foggia ha emesso l’Ordinanza n. 19, imponendo alla ditta di demolire entro 90 giorni e delegando la Regione Puglia all’esecuzione in caso di inadempienza, poiché proprietaria della parte demaniale dell’area.
Scaduti i termini, il privato non è intervenuto e ha tentato un ricorso al TAR, che è stato respinto per tardività nel 2025, confermando la piena validità dell’ordinanza di demolizione.
Arrivato anche il parere dell’Avvocatura comunale, che ribadisce l’efficacia del provvedimento, il Comune rilascia il nulla osta alla Regione per procedere alla demolizione d’ufficio: l’ultimo passaggio per chiudere una vicenda che si trascinava da più di quindici anni.

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