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Come cambia il commercio in Capitanata, i dati di Confcommercio

Foggia, 27 febbraio 2023 – Sulla demografia d’impresa, Foggia mantiene il
trend incoraggiante inaugurato già lo scorso anno e risulta in linea con gli
esiti dello scorso anno.

L’associazione Confcommercio ha diffuso i risultati dell’ottava edizione
dell’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane,
concentrando lo studio su 120 città medio grandi: 110 capoluoghi di
provincia e 10 Comuni non capoluoghi: ne è venuto fuori uno scenario
interessante per il mezzogiorno d’Italia e per il futuro dei nostri centri
storici.

L’ufficio studi di Confcommercio, in collaborazione con il Centro Studi
delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, ha certificato, infatti,
una vivacità commerciale del Sud, ma di contro ha confermato, come dato
nazionale, la sparizione di 100.000 attività di commercio al dettaglio e
oltre 15.000 imprese di commercio al dettaglio. Il segno positivo risulta
esserci solo per gli alberghi e i ristoranti, ma senza riuscire a compensare
le riduzioni del commercio. Complessivamente, quindi, la crisi pandemica e
quella energetica sembra aver enfatizzato i trend di riduzione della densità
commerciale già presenti prima di tali shock.

Il calo delle attività commerciali e la crescita dell’offerta turistica
risultano più accentuate nei centri storici rispetto al resto della città.
Cambia anche il tessuto commerciale all’interno dei centri storici con
sempre meno negozi di beni tradizionali (libri e giocattoli -31,5%, mobili e
ferramenta -30,5%, abbigliamento -21,8%) e sempre più servizi e tecnologia
(farmacie +12,6%, computer e telefonia +10,8%), attività di alloggio
(+43,3%) e ristorazione (+4%). Il rischio evidente, lanciato da
Confcommercio e dal presidente Carlo Sangalli, è quello della
desertificazione commerciale delle città, rischio che può essere arginato
puntando sull’innovazione e sulla rimodulazione dell’offerta. Rimane,
inoltre, fondamentale, per l’esercizio commerciale di prossimità, tenere
alta l’attenzione sull’omnicanalità, cioè l’utilizzo anche del canale online
che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, con le vendite
passate da 16,6 miliardi nel 2015 a 48,1miliardi nel 2022.

I DATI SU FOGGIA

Per quanto riguarda la città di Foggia i dati dell’Osservatorio segnalano la
conferma del trend nazionale, senza nessun allarme. Aumentano le aperture
delle farmacie nel centro storico e rimane costante il numero di quello che
insistono nel resto della città, cresce il numero delle rivendite di
tabacchi, dei negozi di telefonia ed elettronica e di infotainment domestico
Si segnala anche un leggero aumento del numero di strutture ricettive, non
alberghi, ma B&B, case vacanze e alloggi. Per quanto riguarda i bar e i
ristoranti vi è un leggerissimo calo per i primi nel centro storico a
vantaggio di quelli aperti nelle zone non centrali, stessa sorte anche per i
ristoranti.

Difficoltà, invece, ci sono per i negozi di beni tradizionali che continuano
a confermare il loro trend in negativo.

Anche l’ambulantato risulta essere più forte nelle zone non centrali di
Foggia, ma il risultato è anche la conseguenza della tendenza a livello
nazionale di spostare il commercio su aree pubbliche fuori dal centro per
decongestionare le città.

LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO PROVINCIA DI FOGGIA

“Risulta evidente che negli spazi urbani siano ancora visibili gli effetti
negativi della pandemia, aggravati, in questo momento, dalla crisi
energetica che hanno impresso dei significativi cambiamenti ai modi di
vivere, produrre, acquistare e comunicare. In questo quadro diventa ancora
più strategico il ruolo economico e soprattutto sociale dei negozi di
vicinato che, soprattutto, nelle periferie rappresentano anche un presidio
fondamentale per alleviare il diffuso senso di insicurezza e per ricucire il
legame tra persone, luoghi e imprese, favorendo percorsi di legalità.

I dati su Foggia dell’Osservatorio di Confcommercio devono confortarci.
Malgrado una narrazione non sempre positiva che viene fatta di questa città,
il tessuto commerciale mantiene, e anzi conferma, i dati incoraggianti degli
ultimi 4 anni, segnale che le nostre imprese non arretrano davanti ai
cambiamenti costanti che, talvolta, sono costrette a fronteggiare e, anzi,
valorizzano la difficoltà guardando e recependo le nuove tendenze. Penso,
per fare degli esempi, all’utilizzo sempre più importante delle app per la
consegna al domicilio e al menu digitale, alle vendite tramite i canali
social e all’e-commerce. Non dimentico, anche, la capacità del nuovo
imprenditore di guardare al mercato e alle difficoltà che ci sono e spostare
l’attenzione sull’erogazione di servizi che risultano vincenti per il
futuro.

Sono convinto che un terziario innovativo in grado di rafforzare i settori
del commercio e del turismo, in un contesto urbano sempre più caratterizzato
dall’economia dei servizi consenta di trasformare le città in luoghi di
ideazione di nuovi prodotti e servizi e non solo di consumo”, ha dichiarato
il presidente provinciale di Confcommercio, Antonio Metauro.

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