Le Guide di Foggia Reporter: Cerignola

Cerignola – La città del cupolone, “Bella” e tonda come le sue oleive.
L’ombelico di Puglia da forme, odori e suggestioni di una cultura autentica.
Ciò che un tempo era Cerignola, lo si può immaginare imboccando l’autostrada su “Il Monte”, la riserva naturale della Daunia meridionale disegnata da 130 ha di palude dal notevole valore botanico per lo svernamento dei volatili e per la sosta di transumanti.
Terra Vecchia, centro d’insediamento di scambio sin dal 300 a.C., dà i suoi natali lungo la Via Traiana, a ridosso di Borgo Libertà sulla via della Transumanza nella storia di Torre Alemanna insieme alle linee barocche della vecchia cattedrale, San Francesco d’Assisi, e la Chiesa del Carmine.

Ma com’è nata Cerignola?
Il costante lavoro di braccianti ed agricoltori ha trasformato la terra in oro, ricchezza ed unica risorsa del quotidiano. Un piccolo laboratorio agricolo all’interno di una cinta muraria provvista di castello, piccoli palazzi e torri, nonchè alloggi per cavalieri e duchi.
Viuzze tortuose, risonanti di fiero dialetto pugliese, echeggiavano parole come groine e travagghje.
La ricchezza di Cerignola, infatti, è sempre stata questa e i suoi profitti agricoli si ottennero soprattutto con gli Angioini e al feudo alla famiglia Caracciolo.
Dal racconto di tradizioni e costumi dalle voci dei più anziani, Cerignola appare una città spagnoleggiante vuoi per la pianura vuoi per la natura della terra.

In effetti, Cerignola, un po’ spagnola lo è stata, soprattutto con l’istituzione della Dogana delle Pecore, epoca in cui le entrate doganali furono causa di conflitto tra Francesi e Spagnoli: il 28 aprile 1503, la Battaglia di Cerignola vide vittorioso Gonzalo Fernández de Córdoba. Da quel momento la Puglia fece parte del Regno di Napoli.
Nel frattempo, la sua importanza agricola e commerciale non venne meno. Si mantenne viva per tutto il ‘600 grazie alla famiglia Pignatelli, artefice di un’accurata industria alimentare.
La sua ripresa, al seguito del forte sisma del 1731, fu dettata dal supporto economico dell’agricoltura, garantendo una netta crescita demografica e la ricostruzione di un impianto urbano più vigoroso.

A questi avvenimenti sopravvisse il cupolone di San Pietro a capo del Duomo Tonti, splendido esempio di neogotico in Puglia e sede della famigerata Madonne de Repalte.
Cerignola è un museo diffuso: l’esempio è Piano delle Fosse, un “grande magazzino” adoperato dagli sfossatori per il carico e l’estrazione del grano in centinaia di silos sotterranei rigorosamente numerati e catalogati. Un ambiente semplice, che seppur dissestato, era dominato solo dalle voci di adulti e bambini tra cui spaziava il profumo di scaldatiedd e i cocc’l frett, autentica interpretazione di questa terra.
Fonte: Galli, A., Conte, F., “Verso la libertà. Cerignola dal feudalesimo al Risorgimento”, Nicorelli, 2011.
Centro Regionale di Servizi Educativi e Culturali, “Il piano delle fosse di Cerignola tra storia e folclore”, 2001.