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Blood Pink, il libro del giovanissimo Gianluca Celentano ambientato in una Foggia oscura

Gianluca Celentano è il giovanissimo scrittore del libro “Blood Pink”, un’opera ambientata in una Foggia dalle tinte oscure con che racconta “una di quelle storie che non esistono…ma che si avvertono, assaporandole lentamente”, attualmente disponibile presso il sito della casa editrice ‘Albatros’ (https://www.gruppoalbatros.com/prodotti/blood-pink-gianluca-celentano/).

Lo scrittore è nato qui, a Foggia, nel 1998 e attualmente frequenta presso l’Università di Chieti il corso di lingue e letterature straniere. Amante delle arti in genere, in particolare della letteratura che gli ha sicuramente dato quella spinta in più per poter fronteggiare la stesura di un’opera letteraria tutta sua.

In una realtà che oggettivamente offre poco e niente a creativi di questo genere è sicuramente piacevole scoprire che qualcuno riesca a farcela, perciò è inevitabile non solo presentarvi questo progetto, ma farvi leggere ciò che ha da dire l’autore stesso al riguardo in risposta ad alcune domande che gli abbiamo fatto.

Raccontaci da dove nasce la scelta della foto di copertina e del titolo di questo libro.

La foto di copertina è una metafora della storia, oltre ad essere un richiamo agli elementi ricorrenti in essa. Il titolo è in inglese, non grammaticalmente corretto. Ho pensato al titolo come due parole chiave, vicine e distanti, che potessero rappresentare la storia. Ho scelto l’inglese perché cosmopolita.

La location dove si ambienta la storia è la città di Foggia, cosa che per un abitante della stessa città o della sua Provincia risalta immediatamente. Cosa ti ha indotto a scegliere proprio Foggia come luogo di ambientazione per questa storia?

Volevo mostrare una Foggia diversa, quella nascosta, in cui nessuno si aspetterebbe di vivere. Una Foggia ombrosa, privata, di pochi. Molti foggiani potrebbero non riconoscerla, altri forse sì. Non ho scelto io la città per i personaggi, è semplicemente dove sono nati, cresciuti, dove vivono, il luogo dove si svolgono gli eventi.

C’è qualcosa in particolare che ti ha ispirato nel dare alla città di Foggia queste tinte un po’ più oscure, misteriose nel libro?

Sono modi diversi di percepire la propria città: alcuni la vedono in un modo, altri per quella che è, altri per quello che è stata, altri per quella che potrebbe essere…

Chi sono gli autori o quali sono le opere che hanno stimolato la tua creatività durante il processo di scrittura di Blood Pink?

Blood Pink è una comunione di generi. Volevo che affrontasse temi semplici e allo stesso tempo complessi, che dipingesse un periodo storico, gli ultimi mesi del 2018, dal punto di vista dei personaggi.

Come racconteresti la tua esperienza di scrittore e quindi di artista/creativo letterario in una città dalla quale spesso tutti scappano per mancanza di possibilità di questo tipo, ovvero rendere la propria passione un lavoro?

Riuscire a pubblicare questo libro non è stato semplice. Spesso è sembrato un progetto impossibile perché si avverasse. Però sentivo l’esigenza di raccontare questa storia, indipendentemente da quello che sarebbe successo dopo. È una storia personale, in cui si riconosceranno tutte le persone che aspirano ad un meraviglioso futuro senza aver fatto i conti con il proprio passato, da cui fuggono illudendosi. Questa necessità di scappare dalla città in cui si è nati è un bisogno che opprime anche i protagonisti: sanno bene che non ci può essere futuro, qui, per loro, ma ugualmente si impegnano, con la speranza di poter cambiare le cose. E riescono anche a farlo, migliorando le loro vite. Ma il problema è sempre lì: quel passato da cui non possono scappare, che non riescono a lasciare andare. Le catene della memoria.

Vincenzo Maddalena

20 anni. Studente di lettere moderne all’Università degli Studi di Foggia. Appassionato di libri, musica, serie tv e film. Come obiettivo principale mi pongo sempre quello di far conoscere realtà, idee diverse e interessanti di cui non si parla molto o se ne parla in maniera disinformata. Speranzoso soprattutto di continuare questo percorso giornalistico con buoni risultati.

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