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Covid e rientro a scuola, inefficienza del traporto locale in Capitanata? La risposta di Ataf Foggia

Licenziato il cosiddetto “decreto Natale”, a tenere banco nell’agenda politica del Paese resta l’ipotetico rientro a scuola per gli studenti italiani, previsto per il prossimo 7 gennaio. Le tempistiche, in realtà, con le festività di mezzo, sono decisamente ridotte per immaginare una riorganizzazione complessiva del sistema del trasporto pubblico, connesso al riavvio dell’attività didattica in presenza.

Non ci sta il CdA ATAF Spa, tra i partecipanti al tavolo di coordinamento presieduto dalla Prefettura di Foggia, alle dichiarazioni di alcuni rappresentanti del mondo della scuola di Capitanata lette in questi giorni sulla stampa locale. “Inefficienza del trasporto locale? – commentano il Presidente La Salandra e il CdA – Abbiamo sempre portato avanti il nostro impegno e lo faremo ancora ma si chieda al Governo come e quando pensa di intervenire per implementare il sistema di trasporto pubblico. Non è solo l’ATAF ad essere in difficoltà ma probabilmente nessuna azienda di tpl urbano oggi è in grado di moltiplicare le corse. Non è mia abitudine aprire polemiche fini a se stesse ma forse alcuni rappresentanti della scuola dimenticano che le aziende di trasporto sono “industrie che producono chilometri” e questi vanno adeguatamente pagati. Mentre la scuola per lungo tempo “si è fermata”, le aziende di trasporto non hanno mai smesso di erogare il proprio servizio, affrontando gli eventi dalla trincea e sopportando costi non preventivati e non preventivabili da alcuno. Se ci sono fondi, questi devono essere messi nella disponibilità delle aziende di trasporto, almeno come priorità“.

Lo stesso Presidente del Consiglio Conte era stato elusivo nei confronti del problema, anche durante l’ultima conferenza stampa dello scorso 18 dicembre, quando si è limitato a dichiarare che è stato programmato il recupero della didattica in presenza dal 7 gennaio e che i tavoli locali, per evitare gli afflussi che potrebbero determinare criticità, starebbero funzionando.

Al momento appaiono troppe le esigenze da conciliare, al netto dell’andamento della curva epidemiologica, ma certamente il peso di ritardi e inadempienze non può e non deve ricadere sulle aziende di trasporto pubblico, già tartassate da quasi un anno di pandemia. “Anche la scuola – conclude La Salandra – deve fare la sua parte. Non esiste evidenza scientifica che i mezzi pubblici siano responsabili diretti di contagi, le regole ci sono come ci sono a scuola ma il nodo è nell’intero sistema di spostamenti e assembramenti che inevitabilmente si creerebbero senza scaglionare gli orari. Il problema non può essere soltanto come far arrivare gli studenti a scuola. Se sarà possibile superare queste enormi difficoltà organizzative ed economiche in così poco tempo, purtroppo, non dipende da noi“.

Redazione

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