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A Ferragosto a Margherita di Savoia gli incendiano l’auto e il seggiolino “speciale” per il figlio. In una lettera il suo “addio, ma con amore”

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Vive al nord e questa estate, come le altre, è tornato per le ferie a Margherita di Savoia ma in quella città della BAT non ci tornerà più.  Francesco (nome di fantasia per mantenere l’anonimato) è uno degli automobilisti che nei giorni di ferragosto ha subito l’incendio della propria automobile. Incendi avvenuti all’interno dei parcheggi comunali dati in concessione e sui quali la magistratura sta indagando.  Insieme all’auto è andato distrutto anche un seggiolino speciale necessario per far viaggiare il figlio, un bambino con bisogni speciali. Un addio che Francesco ha motivato con una lettera inviata in redazione. “Non appena le saline entravano, dalla strada, nello sguardo visivo – scrive –  mia madre apriva i finestrini e diceva: «Respirate, che è solo salute». Quell’odore, di “tutto iodio”, per dirlo come lo ripeteva lei, ha disegnato la mia infanzia e l’estate dei miei primi anni. Se amo il mare, anche ora che dalla pianura pugliese sono passato a vivere tra le montagne del Nord, è grazie a Margherita di Savoia. Perciò, a Margherita ci sono tornato quest’anno con i miei due figli”. Ma a quell’odore dell’infanzia se n’è sostituito un altro: acre, persistente, insopportabile. “L’odore – spiega ancora Francesco – di un’auto bruciata. La nostra era infatti una di quelle incendiate nei giorni attorno a Ferragosto, in centro città, a un orario in grado di fare del male a chiunque vi passasse vicino. “Perché proprio la nostra?”, è la domanda di rito. Un’auto modesta, con due seggiolini, di cui uno particolare, utile a facilitarci la vita con il nostro bimbo con bisogni speciali. Comprata usata, coi pochi risparmi che si riesce a mettere da parte nella nostra situazione e così cruciale nella gestione del quotidiano. Il fatto che sia toccato proprio alla nostra auto, mi abilita però a parlare direttamente a questa terra che amo e a chi la vive. Assieme alla mia macchina sono bruciati tutti i ricordi belli di me bambino. Però, il pomeriggio dello stesso giorno in cui abbiamo dovuto pagare per la rottamazione e lo spostamento (con risorse nostre, senza la possibilità di vedere neanche un euro dall’assicurazione o da chiunque altro abbia responsabilità, a fronte già di una perdita enorme per una famiglia come la nostra) abbiamo scelto di prendere i bambini e andare al mare. E il mare ci ha regalato un pomeriggio meraviglioso. A costo zero. Un dono gratuito e generoso”. “Questo – conclude Francesco – è un addio. Ho deciso che non tornerò più a Margherita: ho perso tutta la voglia. Però, mentre il treno, ossia un’altra grossa, imprevista spesa, ci riporta a casa, chiedo a chi amministra questa città (che pure avrebbe potuto esprimerci diretto rammarico), a chi ha una responsabilità nel garantire la sicurezza del territorio e a tutte le meravigliose persone di Margherita solo una cosa: scrollatevi di dosso questa criminalità aguzzina, più o meno organizzata. Fatelo come ci si toglie la sabbia dalle caviglie ai doccini dei lidi. Come ci si toglie di dosso una cosa appiccicosa e inutile. Del resto, che cosa sanno fare? Solo usare la violenza. Non c’è ingegno. Non c’è visione. Non c’è bellezza. Non c’è nulla che sia amore. E invece io vi dico addio con tutto l’amore possibile”. 

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