Troppo caldo, crolla produzione di castagne sul Gargano
Coldiretti: castagne a rischio estinzione in Puglia

L’autunno caldo ritarda la raccolta delle castagne che per l’assenza di piogge e il caldo prolungato sono in calo di oltre il 35% con il clima pazzo che sconvolge i cicli naturali e fa restare le castagne sugli alberi per le elevate temperature che non fanno cadere i ricci, impedendone la raccolta. E’ quanto emerge dal monitoraggio effettuato dalla Coldiretti Puglia, che stima una produzione regionale attorno ai 6mila quintali di ottima qualità per il frutto simbolo dell’autunno che nel 2023 arriverà in riardo sulle tavole dei consumatori. Per la mancanza di piogge e le temperature fuori stagione – aggiunge Coldiretti Puglia – salta dunque il proverbio ‘San Michele, le castagne nel paniere’, perché la raccolta, che nelle aree vocate come sul Gargano inizia il 29 settembre, quest’anno è in ritardo di almeno 20 giorni. Si tratta di un ritorno atteso di un prodotto molto gradito dai consumatori – aggiunge Coldiretti Puglia – che è a rischio di estinzione in Puglia anche per la presenza del cinipide galligeno del castagno proveniente dalla Cina. Contro questa minaccia è stata avviata una capillare guerra biologica, così come la difesa contro il mal dell’inchiostro. Nelle aree vocate in Puglia come Vico del Gargano, Carpino, Ischitella e Cagnano, nel basso Salento tra Supersano, Alessano e ai Paduli, sulla Murgia, i castagneti sono stati strappati a fatica ai virus alieni e al mal dell’inchiostro, afferma Coldiretti Puglia, sulla base del monitoraggio della produzione in Puglia dell’albero del pane, il castagno. Si resta lontani – sottolinea la Coldiretti – dai fasti produttivi del passato. Basti ricordare che nel 1911 la produzione di castagne ammontava a 829 milioni di chili, mentre dieci anni fa era scesa a 55 milioni di chili.
Il rischio è quello di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. Ancora peggiore è la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate.