“Rovinato da una setta, ora riprendo in mano la mia vita”, il racconto di un cerignolano

“Ho speso migliaia e migliaia di euro, ho allontanato i miei familiari e mia moglie per colpa di una setta. Ora ho iniziato a riprendere in mano la mia vita, non è stato facile perché ho trascorso momenti difficili, ma adesso tutto sembra rifiorire”. Un “culto distruttivo”, talmente forte da riuscire ad alienare dalla realtà. Il racconto di Toni Occhiello, regista cerignolano, una vita tra gli Usa ed il Basso Tavoliere, è la storia di centinaia di persone soggiogate dalle “sette”.
Un fenomeno che non risparmia nessuno e che si diffonde soprattutto in Puglia, dove sembra esserci un terreno più che fertile con numerose segnalazioni provenienti da ogni città. Per questo, dopo trent’anni spesi a praticare il “culto”, Occhiello ha deciso di dire basta e ha deciso di riprendere in mano la sua vita mettendo in piedi un’associazione, la AIVS (Associazione Italiana Vittime delle Sette), che offre assistenza legale e supporto psicologico a chi finisce nel vortice dei culti distruttivi. La AIVS fa squadra con il CESAP di Lorita Tinelli, un altro ente che su scala nazionale ha iniziato una vera e propria opera di censimento di tutti i casi di abuso psicologico.
La storia di Occhiello somiglia a quella di centinaia di persone finite nel buco nero asfittico delle sette: “Mi sono avvicinato a questa setta negli anni 80, mi hanno accolto con il cosiddetto love bombing, ero circondato da persone che mi davano attenzioni, sostituendosi gradualmente alla mia famiglia.
L’associazione, di matrice orientale e spirituale, è ispirata ai valori della pace del mondo, alla costruzione di qualcosa di grande, al miglioramento personale, alla ricerca motivazionale. Non sapevo di essere finito in una setta”, racconta Occhiello. Così gli incontri si fanno frequenti, le meditazioni di gruppo diventano quotidianità e il “love bombing” è costante quasi a sostituirsi ai valori reali.
Unica strada da seguire: la felicità. A costo di allontanare tutte le energie negative, o chiunque si frapponesse al raggiungimento degli obiettivi: “La mia ex moglie era contraria all’adesione a questa associazione e ho finito per vederla come un vero e proprio ostacolo. La nostra relazione – racconta Toni Occhiello – ne ha risentito, fino a quando siamo giunti al divorzio”. “Pensavo che, proprio come la mia famiglia, lei non riuscisse a comprendere fino in fondo la nostra missione, il nostro ruolo nel mondo”.
Così la sua famiglia diventa la setta: senza imposizioni, ma tutto in autonomia. Almeno formalmente. Ad essere compromessi, però, non sono stati solamente gli affetti, ma anche i conti in banca: “Mi dicevano di fare donazioni, il donare avrebbe influito positivamente sulla mia vita. Più donavo, mi dicevano, più avrei migliorato la mia vita. Sono finito a donare direttamente un quinto del mio stipendio a questa setta, sempre volontariamente e senza costrizioni. Lo prelevavano dal mio conto”, racconta Occhiello.
Poi la svolta, nel 2014. Un suicidio di una delle persone che Occhiello incontrava negli incontri di “meditazione”: un dramma tutto personale che in molti, all’interno dell’associazione, avrebbero “liquidato come una mera questione di karma: in quel momento ho deciso di dover lasciare, ho deciso che non potevo fare più parte di quell’associazione”.
È questa, secondo il CESAP, una delle migliaia di storie di abuso psicologico: “Dobbiamo stanare un pregiudizio: nelle sette ci finisce anche gente con un background culturale di livello, anche persone erudite. In 20 anni abbiamo raccolto centinaia di testimonianze come quella di Toni”, dice Lorita Tinelli del Centro Studi Abusi Psicologici. “Religioni, sette, gruppi di crescita motivazionale: qui spesso ci sono problemi.
La nostra battaglia è portare in Parlamento un disegno di legge che colmi un vuoto normativo su questi fenomeni”, conclude Tinelli. Oggi la vita di Toni Occhiello è “una rinascita”: “Ero un fake, arrogante, megalomane, collerico, nevrotico perché vivevo questo senso di impossibilità di soddisfare ciò che la setta mi chiedeva. Mi hanno rovinato negli affetti, economicamente e professionalmente. Ma tutta la mia vita ora rifiorisce. Ci sono nuove opportunità: sto ricostruendo la mia vita e la mia professione”.