Terra Fuochi: il fenomeno non finito, ma si è spostato a Foggia
L'oncologo Marfella indica due priorità: “La prima cosa da fare è costruire impianti per i rifiuti speciali e tracciarli. Poi bisogna difendere Foggia”.

NAPOLI – Per vent’anni in Campania sono stati bruciati rifiuti tossici, trasformando ettari di territorio in discariche illegali. L’inquinamento della Terra dei Fuochi è una ferita aperta da troppi anni e riguarda l’intero Paese. E’ arrivata ieri la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani (Cedu) che ha condannato l’Italia per non aver protetto i suoi cittadini dall’avvelenamento di falde acquifere e terreni, riconoscendo una responsabilità che va ben oltre i confini della Campania. Antonio Marfella, oncologo e presidente dell’Isde, associazione dei medici per l’ambiente, è da anni in prima linea nel denunciare il nesso di causalità tra contaminazione tra le diossine rilasciate dai rifiuti bruciati e il cancro dei cittadini campani. A partire dal 2008 ha svolto migliaia di conferenze e incontri per informare i milioni di cittadini coinvolti in Italia dal fenomeno Terra dei Fuochi. Per questo motivo è stato nominato Cavaliere al merito d’Onore della Repubblica Italiana per la lotta alle ecomafie dal Presidente Mattarella nel giugno del 2017.
All’indomani della storica sentenza della CEDU Marfella ha parlato di “un’azione criminale che non è affatto statica” e dice anche che ora il problema “si è spostato a Foggia”. Punta l’attenzione sui rifiuti industriali: “Il problema Terra Fuochi non è un problema di rifiuti urbani e di camorra ma di industrie che smaltiscono rifiuti a nero”. E dice che “dal 2009 ad oggi la prima causa, questa dei rifiuti industriali, è più che raddoppiata”.
“Non abbiamo spento la Terra dei Fuochi con le leggi penali ma abbiamo solo spostato i paccheri – dice – la comparsa dei roghi avviene nei depositi non più a bordo delle strade, basti pensare che ce ne sono stati 400 al nord e 100 al sud”. “I nostri prefetti e le forze dell’ordine hanno ridotto il problema in Campania ma da due anni io sto lavorando a Foggia, non stiamo parlando di un’azione criminale statica. Ora che funziona bene la repressione in Campania stiamo abboffando di mazzate Foggia.
La prima cosa da fare sono gli impianti per i rifiuti speciali e tracciarli e poi si deve andare a difendere Foggia”.
