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Sud Act 2016 a Foggia, l’Ugl in piazza per rilanciare il Mezzogiorno

Ambiente, infrastrutture, fondi europei, turismo, energia, occupazione, welfare e agroalimentare: sono gli 8 punti prioritari per il rilancio del Mezzogiorno al centro del Sud Act 2016, iniziativa promossa domenica scorsa dall’Ugl nelle principali piazze del Sud Italia, tra cui Foggia.

“C’è bisogno infatti della partecipazione e del contributo di tutti, insieme al confronto collaborativo di Governo ed Istituzioni per poter mettere il Sud al centro dell’agenda politica italiana – ha commentato Gabriele Taranto, Segretario provinciale dell’Ugl Foggia, raggiunto dai Segretari provinciali Giulio Bucci per il settore Igiene Ambientale, Antonio Brienza Ugl Comunicazioni, Maurizio Gatta per i Metalmeccanici insieme a Tullio D’Amico membro del direttivo di comparto, e Carmine Poliseno per i lavoratori Autoferrotranvieri. “Tra le problematiche e le leve di rinascita del Sud, oggi, in provincia di Foggia si pone un problema di carattere ambientale, non solo politico, in vista del voto referendario del prossimo 17 aprile. Data in cui – sottolinea il segretario – la nostra organizzazione si esprimerà per il ‘SI’ ed intende fare la sua parte con determinazione”.

Via libera dunque all’incentivo del risparmio energetico e alle fonti rinnovabili, per tutelare salute dei cittadini e sicurezza ambientale, evitando la disastrosa scelta di puntare sulle risorse fossili, data la quantità irrilevante non commisurata all’elevatissimo impatto ambientale.

“Come sindacato siamo decisi a proseguire nella direzione intrapresa. Direzione che ci sta dando importanti conferme. Per questo motivo – anticipa Gabriele Taranto – scenderemo in piazza per invitare a votare ‘SI’ al Referendum, prima a Manfredonia e poi a San Severo, rispettivamente il 7 e il 9 aprile”.

Per il sindacalista “la tutela e la salvaguardia ambientale di questo territorio deve cominciare ad assumere concretamente carattere d’urgenza. Occorre essere pragmatici e ripensare ad un ambiente, che attualmente risulta già deturpato nella sua economia agricola e nei suoi vincoli paesaggistici, più volte abusati dalla sovrainstallazione di pale eoliche e pannelli fotovoltaici. Perché ripensare l’ambiente finisce per coinvolgere in modo diretto macrosettori produttivi come industria e infrastrutture. Nel rapporto stesso fra l’industria e l’inquinamento, ad esempio, si impone l’attivazione di un processo di adeguamento degli impianti per tutelare salute e sicurezza sul lavoro. Intervenire sul dissesto idrogeologico, sulle ecomafie e sulla gestione efficace del ciclo dei rifiuti – conclude il Segretario – significa intervenire attraverso una pianificazione territoriale preventiva che poi non si perda per strada come usualmente accade. Problemi, di fronte ai quali, oggi i principali attori politici, purtroppo, non hanno dimostrato di essere capaci di fare sistema”.

 

Redazione

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