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Simona Atzori: "Diventare protagonisti della vita"

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Sabato scorso, nella spettacolare e magica cornice della Basilica Cattedrale di Foggia, impreziosita da opere d’arte ricche di storia, al cospetto dell’Iconavetere è andato in scena lo spettacolo – testimonianza di Simona Atzori. Un momento dedicato, in particolare, ai giovani della città riuniti per la Giornata diocesana della gioventù. La nota ballerina, insignita nel 2012 dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana dal Presidente Giorgio Napolitano, ha raccontato la sua vita e ha emozionato i presenti con la sua danza e la sua pittura. Ecco le sue parole.

Com’è nata la tua passione per la danza?

La mia passione per la danza è nata fin da piccola. Quando ero bambina sentivo dentro di me questa voglia di danzare, di muovermi usando il mio corpo. Così, all’età di sei anni, ho iniziato a seguire corsi di danza e da lì è iniziato un amore che non mi abbandona e spero non mi abbondonerà mai.

Nei tuoi tour incontri tanti giovani. Quale consiglio ti senti di dare a chi vuol seguire i propri sogni e passioni?

Innanzitutto, di cercare le loro passioni e i loro sogni. Di andare a guardare dentro di sé per scavare ciò che gli dà gioia, che tiri fuori da loro quel fuoco e quella passione che ogni mattina gli permetterà di svegliarsi per andare incontro al proprio sogno. Auguro di trovarlo, ma soprattutto di cercarlo, perché delle volte pensiamo che arrivi da chissà dove e arrivi inaspettatamente. Invece, è un percorso nostro verso il quale siamo noi a dover fare non solo i primi passi ma, anche, tutto il percorso senza ascoltare chi ci dice che non è possibile.

Nel tuo libro “La strada nuova”, mi ha colpito l’espressione “Diventare protagonisti della propria vita”. Esiste un modo per essere pienamente protagonisti?

Diciamo che è un viaggio che coincide con il crescere, il diventare grandi, con l’imparare tante cose. Ma, significa anche andare alla ricerca, perché pensiamo spesso che la vita ci accade e quindi, delle volte, lasciamo scorrere ciò che succede. Diventare protagonisti della propria vita significa, invece, sentire che abbiamo un ruolo nella nostra esistenza che dipende dal modo in cui pensiamo, in cui agiamo, in cui amiamo noi stessi e, poi, quello che abbiamo intorno. Quindi, occorre provare a sentire che la vita è la nostra e, come diceva San Giovanni Paolo II, “Prendete la vita nelle vostre mani e fatene un capolavoro”. Ecco, questa è una cosa che dobbiamo fare.

Progetti e sogni per il futuro?

Progetti e sogni, sempre tanti. Io dico che tutto comincia da un sogno e quindi smettere di sognare è la fine, ma invece deve essere l’inizio. Sicuramente vorrei continuare a scrivere altri libri, fare altri spettacoli ma soprattutto incontrare tanta gente perché abbiamo bisogno di credere insieme che è possibile.

Ecco il video dell’intervista:

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