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Se abitaste a Foggia cosa fareste? Alcuni cittadini rispondono a Le Iene

«Ma voi se abitaste a Foggia, che cosa fareste?». 

È questa la domanda che Gaetano Pecoraro ha rivolto al pubblico televisivo Mediaset in una puntata de Le Iene del 13 febbraio scorso dal titolo, “Foggia, città in guerra dove regna la quarta mafia”.

Ed è a questa domanda che un gruppo di cittadini foggiani ha cercato di rispondere, con un video di circa 5 minuti postato sui social.

«Il nostro intento è stato quello di contribuire in maniera attiva alla narrazione del nostro territorio e della nostra identità comune», scrivono gli autori.

«Con questo non intendiamo sminuire o sottovalutare i problemi di criminalità che affliggono il territorio. Riteniamo però che la fotografia di Foggia scattata dalle Iene sia parziale ed incompleta, ed è per questo che alcuni di noi hanno voluto raccontarsi da soli, nella speranza che il bisogno foggiano di autodeterminarsi diventi un’attitudine diffusa».

Al video, creato da Modesta Raimondi del blog Monpapier e da Mattia De Martino dell’agenzia Made communication, hanno partecipato il rettore dell’Università Pierpaolo Limone, Il fotogiornalista autore della gigantografia 38×10, Closcià, Alessandro Tricarico, lo studente universitario di Area Nuova Giuseppe Antonio Giorgione, il presidente del Comitato genitori per Foggia, Antonio De Santis, una componente del circolo culturale La Merlettaia, Katia Ricci, una componente del gruppo giovanile Ottavia Alice Amatore, Francesco Strippoli di No Cap-Lotta al caporalato, l’avvocato, artigiano, presepista e divulgatore della storia locale, Michele Clima, l’imprenditrice e creatrice del gruppo #Ebbasta, Giusy Albano.

«Non escludiamo di continuare a raccontare il territorio con l’uso delle immagini e delle biografie personali», concludono gli organizzatori.

«Crediamo che quella parte della cittadinanza che quotidianamente si impegna per rendere il nostro un luogo migliore, abbia diritto di essere rappresentata.

Narrare il territorio con accenti esclusivamente negativi, così come hanno impropriamente fatto Le iene, rischia di penalizzarci non soltanto dal punto di vista economico, ma anche in quello più profondo che riguarda l’identità collettiva.

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=437673963653983&id=298901614197886

Redazione

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